Musica e numeri, senza filo. Ovvero grammofoni e calcolatrici, macchine squisitamente meccaniche dedicate a trattare due tipi di informazioni, musica e numeri, prima di elettricità ed elettronica.
di Giovanni A. Cignoni, Giuseppe Lettieri, Alessandro Magnani
L’età d’oro di grammofoni e calcolatrici meccaniche è raccontata in cinque intermezzi alle serate di Senza Filo, ognuno dedicato a un diverso periodo storico fra l’inizio del ’900 e il primo dopoguerra. In collaborazione con il progetto HMR, il Museo degli Strumenti per il Calcolo e il GAP record Store, ascolteremo musica d’epoca suonata su grammofoni e vedremo le magie del calcolo meccanico sulle calcolatrici della collezione del Museo.
L’alba del XX secolo – intermezzo n. 1, giovedì 6 novembre
La storia di fonografi e grammofoni è densa di vicende: concorrenza, fusioni, brevetti, marchi registrati, produzione di strumenti e di dischi si intrecciano sulle due sponde dell’Atlantico
Calcolatrici e grammofoni ben rappresentano l’essenza del periodo come macchine personali e diffuse. Naturalmente per i parametri dell’epoca: come strumenti di lavoro o di intrattenimento coinvolgono soltanto una fascia ristretta della popolazione.
La storia di fonografi e grammofoni è densa di vicende: concorrenza, fusioni, brevetti, marchi registrati, produzione di strumenti e di dischi si intrecciano sulle due sponde dell’Atlantico. All’inizio fu il fonografo Columbia, nel 1888, che usava i cilindri di cera di Thomas Edison. Registrava e riproduceva, ma la Columbia iniziò presto a vendere cilindri già incisi: il suo catalogo nel 1891 aveva già 10 pagine. Nel 1894 Emile Berliner inizia a usare i dischi e registra il marchio gramophone. In pochi anni i cilindri saranno eclissati, e nei primi anni ’20, dopo innumerevoli combinazioni fra velocità di rotazione e dimensione dei dischi, 78 giri e 10 pollici diventano lo standard de facto.
A rappresentare a Senza Filo la prima generazione di grammofoni standard c’è un His Master’s Voice Model 103 dei primi anni ’20, uno dei modelli da tavolo più compatti. I primi fonografi e grammofoni avevano una vistosa tromba esterna rimasta come caratteristica identificativa nella rappresentazione popolare dei grammofoni. In realtà, fu presto sostituita con canali di amplificazione interni, meno ingombranti e acusticamente molto più sofisticati.
La storia delle calcolatrici meccaniche è ancora più ricca. Le tecnologie di base furono definite a fine del 1600 da Pascal e Leibniz. Ma una vera e propria produzione di calcolatrici non inizia fino a quando non si fanno sentire le esigenze di calcolo della seconda rivoluzione industriale. Le prime calcolatrici di serie sono gli aritmometri De Colmar prodotti in Francia a partire da metà del 1800. Da allora, per più di un secolo ricerca e industria producono innovazioni a ritmo serrato, la dimensione del mercato aumenta rapidamente e all’inizio del XX è già internazionale.
La calcolatrice di stasera (6 novembre, ndr) è una Time is Money del 1909. È derivata degli aritmometri De Colmar. Caratteristiche del TIM sono il ripetitore delle cifre impostate sui cursori e la possibilità di azzerarli selettivamente. Era prodotta dalla Ludwig Spitz & Co tedesca, ma il marchio cita un motto reso popolare da Benjamin Franklin nel suo “Advice to a Young Salesman”. E la dice lunga su quale fosse, ai primi del 900, il mercato di riferimento per le calcolatrici.
1. Fantasia Cinese, autore ed esecutori anonimi, Columbia, circa 1910, 2’35”
2. Inno dei Lavoratori (F. Turati), Francesco Daddi, Columbia, 1908, 2’50”
3. La donna è Mobile (Rigoletto, G. Verdi), Enrico Caruso, His Master’s Voice, 1903 (riedita), 2’20”
Su fratelli, su compagne,
su, venite in fitta schiera:
sulla libera bandiera
splende Il Sol dell’Avvenir.
Se divisi siam canaglia,
stretti in fascio siam potenti;
sono il nerbo delle genti
quei che han braccio e quei che han cor.
Sono il nerbo delle genti
quei che han braccio e quei che han cor.
Il riscatto del lavoro
ei suoi figli opra sarà:
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà (2x)
I confini scellerati
cancelliam dagli emisferi;
i nemici, gli stranieri
non son lungi ma son qui.
Guerra al regno della Guerra,
morte al regno della morte;
contro il diritto del più forte,
forza amici, è giunto il dì.
Contro il diritto del più forte,
forza amici, è giunto il dì.
Il riscatto del lavoro
dei suoi figli opra sarà:
o vivremo del lavoro
o pugnando si morrà (2x)
La donna è mobile
Qual piuma al vento,
muta d’accento
e di pensiero.
Sempre un amabile,
leggiadro viso,
in pianto o in riso,
è menzognero.
La donna è mobil’
Qual piuma al vento,
muta d’accento
e di pensier’!
È sempre misero
chi a lei s’affida,
chi le confida
mal cauto il cuore!
Pur mai non sentesi
felice appieno
chi su quel seno
non liba amore!
La donna è mobil’
Qual piuma al vento,
muta d’accento
e di pensier’!
Nelle foto:
1- la pagina del Model 103, nel catalogo His Master’s Voice 1925. Sir Landon Ronald dal 1908 era il direttore della London Symphony Orchestra, ma era anche consulente HMV dal 1900…
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