Lo aveva annunciato all’ora di pranzo, e poco prima dell’inizio del consiglio comunale lo ha fatto: Gianfranco Mannini, consigliere del Movimento 5 Stelle si è incatenato alla poltrona del Sindaco. La sua protesta è nata dalla richiesta di una serie di documenti che, a detta di Mannini, non ha mai ricevuto.
In apertura della seduta, il presidente del consiglio comunale Ranieri Del Torto ha chiesto a Mannini di abbandonare il posto dedicato al Sindaco. Questi si è rifiutato e sono quindi intervenuti il comandante e il vice comandante della Polizia Municipale, che hanno provato a convincere il consigliere.
Dopo circa un quarto d’ora, Del Torto ha formulato nuovamente la richiesta, garantendo a Mannini che avrebbe sollecitato gli uffici comunali a fornire la documentazione richiesta. Il consigliere ha quindi ceduto ed è stato “liberato” dal vicesindaco Paolo Ghezzi, che ha aperto il lucchetto della catena.
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Ben lontana dalle posizioni politiche attuali di Mannini, penso però che certe battaglie siano trasversali. Un consigliere che chiede della documentazione per poter svolgere il proprio ruolo in modo coscienzioso è un consigliere che pratica la democrazia. Questi atti dovrebbero essere disponibili in tempi certi, penso che sia la legge a prevederlo. Il presidente del consiglio comunale, di fronte a quanto denunciato da Mannini, non dovrebbe invitare il consigliere a liberare la poltrona del sindaco, ma dovrebbe indignarsi per l’accaduto e verbalizzare che quanto è successo lede i diritti del consiglio tutto e impedisce la corretta pratica democratica e chiedere che di di dovere renda conto dell’accaduto. Per cui non mi sento particolarmente rassicurata dalle raccomandazioni di Del Torto, dal quale mi aspetterei ben altro.
Sono d’accordo.