Dopo la fuoriuscita di acqua termale a San Giuliano Terme, il sindaco uscente Paolo Panattoni si sfoga, e nella serata di ieri ha scritto: “Ora basta. Non ci possiamo limitare ogni volta a gestire unicamente le emergenze meteorologiche che il meteo ci affida. Il Comune rimane l’ultimo anello della catena su cui si ripercuotono le tensioni di tutti pur non essendo esclusivamente sue tutte le competenze. Servono da parte di tutti la volontà e la forza per pensare ad un nuovo modello di gestione del territorio che preveda investimenti per migliorare le criticità esistenti”.
“I Comuni – ha aggiunto Panattoni – sono chiamati sempre più spesso nella veste di Protezione Civile per criticità meteorologiche ed idrauliche rilevanti, legate al maltempo che creano disagi e danni sul territorio. Se è vero che le modalità e i tempi con cui piove sono cambiati, allora bisogna prendere atto tutti insieme che c’è necessità di modificare alcune caratteristiche del nostro sistema idraulico che risulta non più adeguato alle dinamiche dell’attuale meteorologia. Il Comune non è l’unico ad avere responsabilità e competenze sui demani idrici e sui reticoli idraulici inferiori”.
“Per adeguarci alle nuove dinamiche – continua Panattoni – servono sinergie importanti fra privati cittadini, aziende, comuni, province, consorzi di bonifica, autorità di bacino e regione. Servono comportamenti responsabili e di alto senso civico, risorse nuove ed importanti per pianificare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, chiedere a tutti con forza il rispetto delle regole che ci sono e se serve aggiornarle o scriverne di nuove. Dobbiamo muoverci tutti all’unisono per migliorare la gestione dei territori, rimuovere le criticità, progettare le opere necessarie per mettere in sicurezza i luoghi dove viviamo. I Comuni da soli non hanno le risorse per dare le risposte a questo quadro composito e complicato. Solo se il problema verrà riconosciuto come una priorità da parte di tutti si potranno cercare le risorse necessarie da investire che ammontano almeno ad una decina di milioni di euro”.
Passata la pesante ondata di maltempo dei giorni scorsi, è critica la situazione sul Lago di Massaciuccoli. Il Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli fa sapere di essere impegnato a monitorare gli argini del lago, che ha superato anche il secondo livello di allerta, aumentando notevolmente il rischio di rottura e il conseguente pericolo per i territori limitrofi. Dopo le piogge di venerdì, sabato e domenica, il lago continua a ricevere enormi quantità d’acqua rilasciata sia dalle colline che dai terreni attorno senza riuscire a smaltirla. Il mare alto ha messo fuori uso il Burlamacca, e l’unico emissario funzionante al momento è il canale Bufalina. Le zone più a rischio sono quelle di Montramito, Piano del Quercione, Massarosa, Bozzano, Quiesa, Migliarino e Vecchiano, per la presenza di vasti territori depressi (fino a 3,5 metri sotto il livello del mare). Verignano, Guidario, Fontanella e Torre del Lago non sono invece a rischio alluvione. Per far sì che il lago rientri nei canoni della normalità, il Consorzio, che sta lavorando a pieno ritmo per gestire la situazione, ha dovuto spengere tutti e sei gli impianti idrovori che immettono acqua nell’invaso (Pioppogatto, Portovecchio, Beatrice, Quiesa, Massaciuccoli e Vecchiano) secondo quanto previsto dal Protocollo per la sicurezza idraulica stilato dalla Provincia di Lucca. E per oggi è prevista una riunione con gli imprenditori agricoli di Massarosa e Vecchiano i cui terreni, con lo spegnimento delle idrovore, non possono essere drenati.