Con mesi di ritardo e dopo lunghe trattative politiche, la scorsa settimana si sono concluse le nomine dei nuovi presidenti e vicepresidenti dei CTP, i Consigli Territoriali di Partecipazione. Una vicenda lunga, che tentiamo di sintetizzare dandovi alcune coordinate di riferimento.

I 120 membri dei CTP devono essere nominati entro 30 giorni dall’insediamento del consiglio comunale; successivamente a questo passaggio, ogni CTP deve nominare il proprio presidente e vice entro 30 giorni. In realtà questi passaggi sono avvenuti fra metà dicembre e fine gennaio, a quasi sei mesi dai tempi previsti.

L’assessore alla Partecipazione Dario Danti ha promosso nel frattempo una serie di incontri pubblici per spiegare i meccanismi e le funzioni dei CTP; Danti ha anche espresso l’intenzione di proporre delle modifiche strutturali ai CTP nella direzione di una più ampia partecipazione.

Ma su entrambi i passaggi, nomine dei membri e della presidenza, non sono mancate posizioni e criticità diverse. Ogni CTP ha passato settimane frenetiche nella ricerca di un accordo, con il rischio di superare i tempi previsti da statuto e aprire divisioni fra forze politiche difficili da gestire.

Al Pd, il partito più importante della maggioranza cittadina, è stata attribuita la responsabilità nel ritardo di tutta la procedura; questi da parte sua ha evitato quasi chirurgicamente le dispute infinite sui giornali, trasferendo la discussione nelle proprie sedi prima e in consiglio comunale poi, a scelte interne effettuate. Sul sito del Pd pisano, non si trova purtroppo traccia del percorso fatto. L’8 novembre però, il segretario cittadino Andrea Ferrante diceva all’Assemblea del suo partito riunita a Coltano: “C´è da definire, fra noi e con gli alleati, il percorso di avvio dei nuovi CTP”. Calendario alla mano, non proprio con largo anticipo.

Nel resto della maggioranza non sono mancati mal di pancia. In particolare nel CTP 6, dove si sono scontrate le istanze di In Lista per Pisa e Sel, la prima forte di una candidatura alla presidenza fortemente voluta da Palazzo Gambacorti, e la seconda che male ha digerito questa candidatura. Una disputa aspra che Sel racconta in questo post dal titolo “Questioni di sensibilità politica”. Delegati presenti e insediati infine, anche per i Riformisti per Pisa, dopo aver anche loro espresso dure critiche al ritardo dell’insediamento di questi organi.

Fra le forze politiche di opposizione, il Movimento 5 Stelle ha espresso i propri delegati, pur condividendo alcune perplessità sull’attuale configurazione dei CTP, ma ritenendoli comunque un luogo di partecipazione. In questo post spiegano la loro posizione.

C’è chi proprio non ha partecipato a questo gioco, ed è la lista civica Una città in Comune – Rifondazione Comunista, che ha deciso di non delegare alcun membro perché ritiene questo strumento solo una sorta di “estensione” delle forze politiche di maggioranza. Il percorso sulla partecipazione deciso dalla lista civica, viaggia in parallelo e in modo distaccato dalle istituzioni, ed è descritto qui

Anche la lista civica Noi adesso Pis@ ha sollevato delle critiche alla struttura dei CTP: se “lo scopo è di fare cassa di risonanza alle decisioni dell´Amministrazione”, dicono, loro non ci stanno. Hanno comunque deciso di delegare i propri membri e di portare delle proposte di modifica dei CTP all’amministrazione. Proposte reperibili qui

Ora i CTP sono pronti a lavorare. Il loro compito più difficile è comunicare alla cittadinanza la loro utilità e la loro apertura ai bisogni dei quartieri, altrimenti rischieranno di rimanere solo un argomento per appassionati. Fino alla loro prossima modifica.