Per gravi motivi personali il Ministro non potrà essere presente. Avrebbe dovuto partecipare al convegno “Semplificazione amministrativa come motore di sviluppo”, promosso da ConfcommercioPisa e CNA Pisa.
I lavori si svolgeranno comunque presso la Camera di Commercio di Pisa, a partire dalle ore 15:30, e vedranno la partecipazione del presidente della CCIAA Pierfrancesco Pacini e dei presidenti provinciali di Confcommercio e Cna, rispettivamente Federica Grassini e Andrea Zavanella. “Come rendere la vita più facile alle imprese e far crescere il paese e l’occupazione” è questo il sottotitolo del convegno che vuole rilanciare il tema della burocrazia e della necessaria semplificazione delle procedure che grava sulle imprese, oltre a evidenziare l’opportunità di una maggiore trasparenza nella pubblica amministrazione, secondo i più moderni indirizzi normativi. Così illustrano l’appuntamento i rispettivi Presidenti delle due associazioni di categoria.
Federica Grassini (Presidente di ConfcommercioPisa): “Di fronte all’attuale crisi, il peso della burocrazia e l’incidenza degli oneri amministrativi è sempre più intollerabile per le imprese, soprattutto se di dimensione medie e piccole. Ogni anno la burocrazia costa alle imprese 31 miliardi di euro, pari a due punti percentuali di Pil. Settemila euro è il carico che grava su ciascuna impresa italiana. Così, l’eccesso dei costi della regolazione rappresenta una delle cause principali dello svantaggio competitivo dell’Italia. Nella graduatoria della Banca Mondiale l’Italia è al 25 esimo posto su 27 paesi dell’UE, mentre su un totale di 185 paesi l’Italia è all’84° posto per l’avvio di impresa, al 103° posto per il rilascio del permesso di costruire, al 131° per il pagamento delle tasse, al 160° per i tempi della giustizia civile. Burocrazia e procedura la fanno da padrone a causa di una stratificazione delle norme e degli adempimenti nel tempo, la sovrapposizione degli oneri imposti dai diversi livelli di governo, la pluralità di soggetti pubblici a cui rivolgersi senza alcun tipo di coordinamento, con la conseguenza di una inutile duplicazione delle comunicazioni e degli adempimenti, tempi lunghi e incerti, una continua proliferazione di nuovi adempimenti. La cosa più sconvolgente è che si registra una totale assenza di proporzionalità in relazione alla dimensione e al settore di attività delle imprese, il 98% delle quali non supera i 9 addetti. I costi della burocrazia e dell’inefficienza della Pubblica Amministrazione sono costi occulti, che motivano la debolezza degli investimenti e che spiegano la crisi di competitività e di produttività che sta vivendo il nostro paese. Costi che vanno abbattuti se vogliano rimettere in moto crescita e occupazione”.
Andrea Zavanella Presidente CNA Pisa: “La materia della semplificazione è diventata un elemento decisivo della competitività del “Sistema Paese”. La particolare complessità del sistema amministrativo-burocratico è fonte di grande svantaggio per il complesso dell’economia nazionale e rappresenta un vero e proprio problema per milioni di cittadini e di imprenditori. Nel corso degli anni passati sono state messe in campo molte iniziative per semplificare la vita alle imprese, da parte di tutti i governi nazionali e regionali che si sono susseguiti alla guida del Paese intero e delle Regioni. I risultati sono stati importanti, ma nettamente al di sotto delle necessità”.
Zavanella cita quindi i dati raccolti nell’indagine Ipsos CNA questo mese: “Per il 72% degli imprenditori l’aspetto meno accettabile sono i costi che queste comportano e per il 68% la perdita di tempo. Il 64% si sente vessato dalle pratiche fiscali, nel 40% dei casi le pratiche burocratiche sono pure formalità prive di qualsiasi utilità e nel 32% dei casi sono indebitamente attribuite all’azienda. L’imprenditore, oltre a dover disporre di consulenza esterna, per assolvere alle pratiche burocratiche, deve sottrarre 47 dei propri giorni lavorativi in un anno e rinunciare a 28 giorni lavorativi dei propri dipendenti”.
Zavanella conclude: “Il quadro di forte immobilismo – come recita il Rapporto Eurispes Italia 2014 pubblicato ieri – e decadimento della condizione economica del nostro Paese produce un atteggiamento di forte pessimismo nella popolazione. La perdita del potere d’acquisto è una realtà per 7 italiani su 10. Secondo l’Eurispes, inoltre, esiste un preoccupante scollamento tra i cittadini e le istituzioni, che si manifesta attraverso un grado di sfiducia diffuso e generalizzato. In sette casi su dieci (70,6%) gli italiani indicano che la propria fiducia nelle istituzioni è diminuita. Per questo la nostra voce è tutta concentrata a chiedere una vera semplificazione normativa ed un minor carico fiscale al governo per far ripartire l’economia e l’occupazione, al paese servono presto segnali netti e fatti concreti.”