Sull’ipotesi di infiltrazioni mafiose nel cantiere per la rotatoria di via Gargalone, quella che servirà il nuovo store Ikea, abbiamo parlato con l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Serfogli.
Perché è stato revocato l’appalto alla ditta? Sull’atto non vengono indicate le ragioni, ma come diciamo qui, la più probabile è quella delle infiltrazioni mafiose. Serfogli non conferma né smentisce: “La ditta ha perso i requisiti formali per mantenere il rapporto in essere. A fine dicembre è arrivata agli uffici comunali una nota della Prefettura, a cui poi ha fatto seguito l’annullamento dell’aggiudicazione dei lavori. Nella nota si evidenziava la necessaria riservatezza sulla questione, e visti gli interessi pubblici in gioco, veniva indicata la scelta di omettere questi aspetti”.
L’amministrazione ha affidato i lavori con una certa urgenza, nelle more delle verifiche, così com’è scritto nell’atto di aggiudicazione, dove si parla di “necessità di procedere immediatamente all’aggiudicazione definitiva, nelle more degli accertamenti d’ufficio sui requisiti dell’aggiudicatario, al fine di consentire la realizzazione della rotatoria in una tempistica compatibile con l’apertura dello store Ikea”. Una procedura prevista per legge, quella di far partire i lavori prima della stipula di un contratto e dell’espletamento di tutte le verifiche, ma evidentemente scivolosa e da usare con cautela.
Una vicenda che porta una riflessione: quanto i tempi della pubblica amministrazione devono piegarsi alle necessità dei grandi insediamenti produttivi? Non c’è forse il rischio che nella fretta si perda di vista la necessità di fare tutte le verifiche del caso, e quindi cadere in errori simili?
“Assolutamente no – è la risposta secca di Serfogli – La fretta non incide. Le cose sono andate in questi termini: ogni anno, per le procedure negoziate al di sotto dei 500.000 euro, come in questo caso, viene aperto un bando per l’inserimento delle ditte ad un elenco. Già a monte vengono fatte una serie di verifiche, approfondite ulteriormente in fase di aggiudicazione di gara. In questo caso le verifiche c’erano quindi state e avevano dato tutte esito negativo rispetto ai requisiti generali. Se successivamente sono emersi fattori o elementi – indipendenti dalla gara – tali da compromettere l’idoneità delle ditte, è una cosa che non c’entra con la fretta o con le verifiche, che sono standard”.
Il pesce puzza dalla testa… e la vicenda Ikea puzza sin dalla svendita del demanio pubblico a Sviluppo Navicelli Spa, che ha pagato con anni di ritardo il terreno, per l’esattezza solo dopo che il Comune di Pisa gli ha servito su un piatto d’argento un nuovo piano urbanistico in zona Porta a Mare, in modo tale che Sviluppo Navicelli potesse rivendere all’Ikea quello stesso terreno ad un prezzo quintuplicato.
Il Comune di Pisa non solo ha svenduto il demanio pubblico, ma non ha neanche incassato per tempo le somme dovute. Il tutto per favorire una società privata, guidata dallo stesso amministratore delegato di quella società che ha realizzato il porto turistico di Marina e a cui il Comune di Pisa ha ceduto una zona di demanio pubblico senza riscuotere ancora nulla. E la Procura di Pisa dorme…
Per dovere di cronaca ci preme sottolineare comunque che la vicenda della rotatoria non coinvolge direttamente né Ikea, né la Sviluppo Navicelli né la Boccadarno. L’opera è certamente collegata all’insediamento dello store svedese, ma è un intervento collaterale che coinvolge soggetti diversi da quelli lei citati.
Precisazione: nel mio breve commento mi sono limitato a notare come tutta la vicenda legata all’insediamento dello store Ikea abbia avuto una gestione politica assai discutibile. Non ho messo in relazione la vicenda attuale della rotatoria né con Sviluppo Navicell né con Boccardarno né, tantomeno, con l’Ikea.