Aumenta in Toscana il numero persone che nel 2011 hanno seguito una misura detentiva alternativa al carcere. Misure concesse dal Tribunale di sorveglianza sulla base di specifici requisiti e comprendono l’affidamento al Servizio sociale, la semilibertà, la detenzione domiciliare, la libertà vigilata e la libertà controllata.
In Toscana il ricorso alle misure detentive passa da 2.803 del 2010 ai 3.611 del 2011 (+29%), 313 le persone interessate da queste misure a Pisa nel 2011, contro i 233 del 2010 (+34%).
A giocare un ruolo determinante nella crescita del ricorso a misure alternative è il ricorso alla detenzione domiciliare: i casi seguiti sono passati in Toscana da 826 a 1.336 e a Pisa da 40 a 99.
Più moderato l’aumento dei casi di affidamento ai Servizio sociale: dai 1.457 del 2010 ai 1.633 del 2011 in Toscana, da 123 a 151 a Pisa.
Nonostante un aumento del ricorso a misure alternative resta alto l’indice di sovraffollamento medio alla fine del 2012, per cui i detenuti superano la capienza regolamentare del 27% nei 18 penitenziari della Toscana che ospitano 4.148 detenuti. Un valore comunque lievemente più basso rispetto al 2011, grazie all’aumento della capienza e alla riduzione dei detenuti.
362 il numero dei detenuti al carcere Don Bosco di Pisa a fine del 2012, contro i 956 di quello di Sollicciano di Firenze, 693 i detenuti a Prato, 445 a Porto azzurro e 404 a S.Gimignano .
Numeri che, almeno per quanto riguarda gli istituti di detenzione più grandi (8 su 18), mettono in evidenza una diminuzione delle persone detenute.
A crescere è invece la quota di cittadini di origine straniera detenuti nelle carceri toscane, 55,1% rispetto al 50,2% del 2011. Le percentuali più alte si registrano alla fine del 2012 negli istituti di Firenze-Sollicciano (69,1%), a Pisa 63,8% (contro il 59,2% dell’anno precedente, nel carcere femminile di Empoli (63,2%) e nell’istituto di Prato (60,0%).