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Niente accordo fra CTT e sindacati. Revocato lo sciopero

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L’accordo salta e torna la tensione fra sindacati e CTT nord, l’azienda del trasporto pubblico locale che unisce Pisa, Lucca e Livorno. Sono momenti delicati per il trasporto pubblico locale (come abbiamo spiegato qui), e in attesa della nuova gara regionale, l’incertezza è la condizione più diffusa.

Intanto è stato revocato lo sciopero indetto a livello regionale previsto per oggi, “per garantire la piena mobilità dei cittadini già gravemente compromessa dalle calamità naturali avvenute anche in Toscana”.

Tra CTT e sindacati in particolare, la trattativa di questi mesi verteva sul contratto integrativo, particolarmente vantaggioso per i lavoratori che lo avevano conquistato pezzo per pezzo nel corso degli anni, ma a detta dell’azienda, troppo costoso per essere mantenuto. E così ecco la disdetta unilaterale da parte di CTT del contratto, ai primi di dicembre, che ha scatenato l’immediata reazione dei lavoratori, che proprio in quei giorni hanno portato avanti uno sciopero durissimo. Alla disdetta ha fatto seguito un tentativo di riconciliazione, con l’urgenza di trovare un accordo entro il 31 gennaio. L’accordo non è arrivato e, dicono ora i sindacati, “l’azienda dovrà dirci che contratto integrativo intende adottare dal 1° marzo, se il contratto nazionale o altro”. In ogni caso, spiega Antonio Mazza della Filt-Cgil, “se i nosti diritti acquisiti verranno rimessi in discussione, continueremo la lotta”.

“La CTTN ha considerato la nostra proposta più onerosa rispetto agli attuali costi aziendali e improponibile per risolvere le problematiche economiche che la CTT aveva evidenziato”, scrivono congiuntamente le segreterie provinciali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl/trasporti e Faisa-cisal. “Venerdì prossimo – aggiungono – saremo nuovamente convocati dall’Azienda per firmare il verbale di disaccorso e nel contempo sarà comunicato ai sindacati quale normativa di lavoro e di trattamento economico la CTT intenderà applicare”.

E sulla mancata intesa tra organizzazioni sindacali e CTT Nord interviene anche la lista civica Una Città in Comune – Rifondazione Comunista: “In questi mesi di trattativa – scrivono – avevamo più volte ribadito che era necessario un cambiamento di rotta da parte dell’azienda, chiedendo una maggiore presenza da parte dei soci pubblici”.

“Ma purtroppo ciò non è avvenuto e i I vertici della CTT Nord hanno continuato a scaricare le responsabilità di una situazione del trasporto pubblico locale al collasso – a causa in primo luogo dei tagli nazionali a questo servizio –  sui lavoratori, ritenendo che la competitività si ottenga solo riducendo il costo del lavoro. A partire da questo presupposto – si legge nella nota – era purtroppo prevedibile che l’intesa non sarebbe stata trovata”.

E rincarano la dose: “Il quadro che abbiamo di fronte è molto grave. Infatti ad oggi la situazione finanziaria di CTT Nord parla di un buco tra i 5 e i 6 milioni di euro, frutto di scelte politiche sbagliate. Ad oggi questa società si presenterebbe alla gara unica regionale, la cui pubblicazione viene ancora rinviata, senza avere delle reali possibilità per aggiudicarsela. Non ci sono certezze né che la CTT riesca a partecipare né che nel caso in cui vincesse sia in grado di rispettare gli oneri previsti da una gara regionale che non ha una adeguata copertura finanziaria e che implica un ingiustificato aumento delle tariffe”.

E aggiungono: “Ad essere colpiti oggi ma soprattutto domani, da questi processi di privatizzazione sono gli utenti del servizio e i lavoratori. Il trasporto pubblico locale è un diritto e in quanto tale è responsabilità dei soggetti pubblici assumersene la garanzia. La logica delle privatizzazioni lede questo diritto scaricando sui cittadini e sui lavoratori i costi della remunerazione dei capitali privati, costi ulteriormente aggravati dalle esigenze di competitività imposte dal regime di libero mercato”.

La conclusione della lista civica, è che “Visto che alla scadenza prevista del 31 gennaio ancora una intesa non si è trovata riteniamo che gli enti locali, a partire dal Comune di Pisa, debbano avere, a differenza di quanto fatto fino ad oggi, un ruolo di indirizzo ben più forte rispetto a vertici aziendali le cui strategie sono molto discutibili. Rilanciamo quindi la necessità di un consiglio comunale da svolgersi nelle prossime settimane in cui si affronti l’emergenza del trasporto pubblico locale”.

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Pubblicato il: 5 febbraio 2014

Argomenti: Cronaca, Economia-Lavoro, Mobilità, Pisa

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