di Gabriele Orsini.

Dall’Arno alla Senna come se niente fosse, per una ventata di pisanità nella ville lumière offerta dalla premiata ditta Novi & Bottai. Ieri sera i Gatti si sono esibiti al 59 Rivoli, nato come squat artistico alla fine degli anni Novanta e diventato nel corso degli anni un luogo importante della cultura parigina.

Com’era facile prevedere, il concerto richiama una folla di espatriati della costa tirrenica. Ci si riconosce, ci si saluta, ci si ritrova tutti a parlare pisano stretto destando la curiosità dei turisti che fanno shopping in rue de Rivoli e che si fermano a chiedere il perché di tanti italiani tutti insieme. Qualcosa di simile, fatte le dovute proporzioni, era successo un paio di settimane fa per lo spettacolo di Toni Servillo a Bobigny, con il teatro preso d’assalto dalla diaspora partenopea e il foyer che sembrava Spaccanapoli.

I Gatti arrivano in Francia per il tour invernale di Vestiti leggeri, stasera una seconda data parigina e domani Bruxelles. Prima del concerto, dopo essersi prestati alle nostre telecamere per due bischerate, ci raccontano che il tentativo di allargare i confini del loro pubblico sta avendo successo.

Radio Popolare, Radio Due, video su Repubblica, concerti in tutta Italia. Al momento dell’uscita del disco, ormai quasi un anno fa, dicevano scherzando (ma non troppo) che volevano provare a conquistare almeno il Piemonte e la bassa Lombardia. Missione compiuta, complice un nuovo album che prosegue sulla strada di Berve fra le berve.

La maturità, i figlioli, gli interrogativi che li tormentano. Non è solo questione di un’etichetta che si rivolge al mercato nazionale e di una produzione più attenta, c’è l’approdo definitivo ai territori della canzone d’autore, arrangiamenti legati a sonorità jazz e alla musica classica, ci sono Dalla e Sergio Endrigo, Gino Paoli e Giorgio Gaber, Brel e Aznavour.

Tra un concerto e l’altro hanno lavorato a Marinati 43, lo spettacolo scritto con Andrea Kaemmerle che debutta fra pochi giorni al Teatro delle Sfide di Bientina. Li sentiremo anche al cinema visto che hanno scritto le musiche di “Fino a qui tutto bene”, l’ultimo film dell’anglo-pisano Roan Johnson.

Ma i Gatti sono animali da palco. E in trasferta sono in grande spolvero. Raccontano i livornesi ai parigini in una memorabile versione di Cacciucco Blues e la gente per la strada si ferma a fare le foto dalla vetrata, con Tommaso e Francesco in collo al pubblico tra le risate generali (video).

Quando il Novi canta Soltanto i tuoi baffi (“…il marmo è pesante non riesco a spostare, per farti vedere che ho scritto ammodino, e scavo una buca fra i fiori e la foto, ma senza svegliare il tuo nuovo vicino…”) scende il silenzio e (giuro) si vede anche un luccicone.

Finisce con i cd (ma soprattutto i vinili di Amori e Fortori illustrati da Gipi) spolverati in 5 minuti e il cappello che gira tra il pubblico bello gonfio di euri. L’indiscrezione la otteniamo alla fine della serata: i Gatti a Parigi sono ospiti di Petra Magoni, altra grande voce pisana. Nuove collaborazioni in vista?