La rotonda di via Gargalone, la criminalità organizzata e la revoca dell’appalto arrivano in consiglio comunale, insieme alle preoccupazioni su cosa avverrà al traffico il 5 marzo se i lavori non saranno terminati (questa la preoccupazione del Movimento 5 Stelle).
Ci arrivano grazie a un question time presentato da Francesco Auletta di Una città in comune – Prc, con cui si chiede di spiegare al consiglio comunale le ragioni che hanno portato la Prefettura a richiedere l’annullamento dell’aggiudicazione definitiva della gara. Visto che l’allegato che dovrebbe rispondere a questa domanda è coperto da omissis.
Un question time che, nel riconoscere dei passaggi compiuti dall’amministrazione e dell’ufficio gare, nonché la tempestività della reazione, nella discussione perde le formalità e le prudenze dello scritto e chiama le cose con il loro nome: interdittiva antimafia, infiltrazioni della criminalità organizzata.
Parole che restano assenti dalla risposta dell’assessore ai lavori pubblici Andrea Serfogli, che ricostruisce nel dettaglio i passaggi che a partire dal bando hanno portato all’assegnazione prima (per un totale di 368 mila euro) e alla revoca dell’appalto poi: il 24 i lavori vengono assegnati alla ditta che fra le 15 partecipanti ha presentato l’offerta migliore. L’ufficio gare procede con le verifiche del caso prima di passare all’assegnazione definitiva. Verifiche, che specifica Serfogli, “comprendono il nulla osta della Prefettura”.
Il 25 novembre si definisce l’aggiudicazione definitiva, così la ditta – anche se il contratto non è ancora stipulato – può allestire il cantiere e dare avvio ai lavori in modo che tutto sia pronto per l’apertura dello store Ikea il 5 marzo.
È presumibilmente a dicembre che qualcosa si inceppa. A fine dicembre infatti, “arriva – spiega Serfogli – il comunicato della Prefettura (ovvero l’interdittiva antimafia, ndr) che comunica la necessità annullare l’aggiudicazione definitiva”. Un annullamento che porta al subentro della seconda classificata, a cui vengono affidati i lavori. Fin qui non si parla delle ragioni che hanno portato all’interdittiva.
Serfogli sottolinea solo che “alcuni consiglieri hanno chiesto e ottenuto accesso all’atto coperto da omissis. Che qualcuno è stato anche ricevuto dal Prefetto”. Come dire: sappiamo tutti di cosa stiamo parlando. Ma la richiesta di Auletta è chiara: del problema di infiltrazioni mafiose è bene che il consiglio comunale parli. Perché in poco tempo sono stati ripetuti gli interventi determinati dalla presenza della criminalità organizzata in città: la camorra con i suoi presunti prestanome a gestire ristoranti e pizzerie, un’edicola confiscata.
A Pisa, conclude Serfogli: “Sono emersi fenomeni di infiltrazione mafiosa a cui ha corrisposto un’intensificarsi dell’attività della Prefettura. Un operato che per noi riceve un giudizio positivo”.
E se nella vicenda della rotatoria grazie a un intervento tempestivo si è evitato che la camorra – perché ormai da più voci è di questo che si parla – mettesse un piede in più a Pisa, una pagina resta ancora aperta. Un eventuale ricorso al TAR dell’azienda esclusa potrebbe ribaltare la situazione: nel caso in cui il Tar si pronunciasse in suo favore l’azienda avrebbe diritto infatti al reintegro in cantiere o, se i lavori si fossero già conclusi, a una compensazione economica.
Un problema che nessuno si augura di dover affrontare ma che, dice Auletta, sarà bene non perdere di vista.
Uhm… sarà solo una rotonda, ma questa storia puzza più di una discarica.
forse sono troppo scemo e non ho letto bene ma scusate se qualcuno ha dato soldi x ottenere un appalto ci deve pure esserci qualcuno che in cambio quei soldi gli ha presi o no?
Le cose non sono andate così, nessuno ha dato dei soldi in cambio di un appalto. È stata regolarmente svolta una gara, seguendo tutte le procedure in modo corretto. Solo dopo la Prefettura è intervenuta con un interdittiva antimafia. Nessuna vicenda di corruzione dunque per ottenere un appalto.