Questa sera a La Città del Teatro di Cascina va in scena Alessio Boni in La carne del marmo. Ma prima dello spettacolo, alle 18.30 l’invito è a partecipare all‘incontro con Alessio Boni, appunto, e il regista Alessio Pizzech nel ridotto del teatro insieme al reporter teatrale Andrea Ciommiento (ingresso libero).
La carne del marmo è spettacolo ricco di suggestioni in cui si intende esplorare il mondo e l’immaginario di Michelangelo Buonarroti e del suo rapporto intimo con la materia da cui scaturisce l’opera d’arte. La sua condizione di artista omosessuale ne fa un genio isolato. Un viaggio visionario e appassionato tra musica, danza, arti visive e parola.
Lo spettacolo, la cui ideazione e regia è del regista Alessio Pizzech, vede in scena Alessio Boni, attore di teatro e di cinema, conosciuto al grande pubblico sia per la sua partecipazione a film di successo come La meglio gioventù, Arrivederci amore ciao, Quando sei nato non puoi più nasconderti, che serial televisivi su grandi personaggi: Caravaggio, Walter Chiari, Puccini, Il Conte di Montecristo.
Dando voce e costruendo un percorso drammaturgico tra i sonetti di Michelangelo, lo spettacolo conduce lo spettatore nei luoghi più segreti dell’anima di Michelangelo, del suo rapporto con la carne, con la bellezza, con il passare del tempo ed il rapporto con l’amore trasgressivo; aspetto quest’ultimo assolutamente nevralgico.
La propria condizione di omosessuale (aspetto sottolineato dalla critica più recente) pone Michelangelo in una posizione di isolamento di cui egli si fa portatore con le sue stesse parole; questo artista così novecentesco si scontra con il sistema valoriale del mondo che gli sta attorno ed il suo fermento creativo lo racconta totalmente.
Attraverso l’interpretazione di Alessio Boni il pensiero dell’artista si intreccia con un viaggio musicale creato dal compositore Dario Arcidiacono.
Musica e parole ci parleranno del Fuoco e della sua simbologia, del fabbro (l’artefice, l’artista) che si lega alla centralità dell’Occhio che vede, dell’immagine che come elemento materiale che suscita la “reverie artistica” e poi Dio, la fede, il peccato e l’anima immortale.
Questi aspetti del mondo oscuro di Michelangelo si incontrano, in un gioco tra musica e parole con la centralità dell’amore, dell’amato e dell’amante in uno struggimento continuo che si scontra appunto con la bruttezza, la vecchiaia e la morte.
Le immagini delle opere di Michelangelo verranno sezionate, scomposte, a coglierne gli elementi corrispettivi di questo racconto, dall’artista visuale Giacomo Verde che ripercorrerà così il passaggio dalla materia grezza del marmo alla statua.
Sarà pure evocato il lavoro degli strumenti; oggetti/testimoni che secondo la tecnica Michelangiolesca lavorano la pelle del marmo dando quello straordinario senso del movimento e della tridimensionalità dell’immagine.
Una tridimensionalità che avvolgerà la voce narrante origine e punto di arrivo di tutto il racconto scenico.
Le coreografie di Walter Matteini affidate ai corpi di rievocheranno la sensualità dei corpi maschili del Buonarroti così sondare quel limite tra corpo ed evocazione di esso, tra pelle e superficie marmorea, tra muscolo e venatura della materia grezza.
Un viaggio estetico attraverso le arti della scena che riconduce ad una bellezza ideale, antica che in Michelangelo diventa atto di rivendicazione della propria originalità di fronte la mondo; l’artista afferma la propria condizione che si consuma nel rapporto carnale con il marmo.
Musica, danza, arti visive, parola si rincorrono a cercare echi del mondo interiore del Genio fiorentino; e quella poesia del lavoro umano, dello sforzo artigiano di “dare forma” diventano epopea e monito per il nostro presente meccanicistico e materialista.
Un incontro artistico che vuole restituire sacralità alla materia informe che prende forma e che diventa personaggio dialogante: la pietra informe che in sé già conserva la Vita.