Riaperto il dialogo fra direzione e sindacati, anche se la soluzione non c’è ancora. I sindacati avanzano un piano per un parziale e ora attendono risposte dal consiglio di amministrazione. I lavoratori chiedono trasparenza
Si è riaperta la trattativa sindacale a La Città del Teatro di Cascina dopo l’incontro dei primi di aprile in cui il consiglio di amministrazione aveva messo sul piatto una nuova proposta: il reintegro del direttore tecnico Giuliano De Martini (con perdita della qualifica di direttore, un abbassamento dal primo al secondo livello del contratto nazionale, e una conseguente riduzione di stipendio), nessun licenziamento per le due addette alle pulizie e una riduzione del 12% dello stipendio per i lavoratori a tempo indeterminato.
I sindacati propongono di ridurre il salario accessorio, limitare le consulenze esterne, lavorare meno ma tutti
Restano dunque le richieste di reinternalizzare i servizi, rinunciare ad alcune voci del salario accessorio e ridurre le consulenze esterne più onerose. Sul fronte della riduzione del 12% del salario dei lavoratori a tempo indeterminato i sindacati hanno proposto una riduzione dell’8% e contestualmente anche una riduzione fra l’8% e il 4% delle ore lavorate. Accanto a questo anche la richiesta che tutti i rapporti di lavoro precari vengano riconfermati.
“Tutti questi elementi messi insieme – spiega Federico Giusti dei Cobas – concorrerebbero a quel risparmio di 90 mila euro richiesto”. Anche se una soluzione non è stata ancora definita le parti stanno dunque dialogando: “Adesso – dice Giusti – aspettiamo che il consiglio di amministrazione valuti le nostre proposte e formuli una risposta”.
Rinviata invece a una seconda parte della trattativa la questione della riorganizzazione del lavoro e dei servizi che per i sindacati rimangono un punto fondamentale per il futuro del Teatro di Cascina.
Ma anche se la trattativa è riaperta il clima resta teso
Se il dialogo sembra essersi riaperto, il clima a La Città del Teatro è però tutt’altro che rilassato. Come già denunciato da Cgil, Cisl e Cobas a metà aprile, a rendere teso l’ambiente di lavoro è l’utilizzo da parte della direzione di contestazioni disciplinari. Rivolte sottolineano le organizzazioni sindacali “a dipendenti che in un quindicennio non avevano mai avuto nessun tipo di richiamo e di addebito”.
“Strano a dirsi – osservavano i sindacati – ma i destinatari dei provvedimenti sono lavoratori tra i più attivi nelle proteste contro le scelte, sbagliate, di questo consiglio di amministrazione e del suo entourage”. Di questi giorni l’arrivo di due ulteriori richiami indirizzati a due tecnici del teatro.