Successo di adesioni e nascita di nuovi circoli in tutto il territorio provinciale. Si presenta così il Nuovo Centro Destra – il partito nato dalla scissione di Angelino Alfano dal Pdl – che aspira a diventare a livello sia locale che nazionale, un partito di destra moderna capace di chiamare a sé l’elettorato moderato. E che per farlo ha deciso di partire dai territori.
Un partito giovane ma che ha già attirato dalla sua alcuni consiglieri in carica: Roberta Luperini e Giuseppe Gonnella in Provincia, Raffaele Latrofa in Comune. Gli occhi sono aperti sulle prossime amministrative, ma anche sullo scenario nazionale in via di ridefinizione.
L’obbiettivo è conquistare la zona del cuoio, ma anche stringere alleanze che consentano di mettere un piede saldo in comuni come San Giuliano (dove un consigliere in carica è già passato al NCD) e a Calci, dove “il riflettore è stato puntato”. Per farlo la ricetta è quella di un’alleanza con le forze di centro destra e quindi anche con la rediviva Forza Italia, dove la collaborazione può essere possibile, spiega il consigliere regionale Alberto Magnolfi “in presenza di buon senso”.
Ma nel territorio pisano fondamentale sarà guardare, lo si dice chiaramente, ai due partiti che hanno dimostrato di essere determinanti ai fini delle elezioni: l’UDC, che in comuni come quello di Castelfranco di Sotto ha totalizzato il 12%, e ai Socialisti.
A presentare dunque a Pisa il neonato soggetto, il consigliere Magnolfi accompagnato dall’onorevole Roberto Tortoli, da Cristina Attucci (già candidata alla presidenza della Provincia di Prato) e da Raffaele Latrofa.
Punto primo e imprescindibile è la necessità di riformare la legge elettorale regionale, reintroducendo le preferenze “in modo da riportare in primo piano valori come la democrazia e la libertà di scelta”. A livello locale la strada da fare è ancora molta, si inizano a formare i primi circoli (dove a trovare spazio sono anche gli universitari) e si cerca di tessere la rete che come dicevamo porterà alle prossime amministrative: nessun candidato ancora, né alleanza già siglate in maniera definitiva.
Inevitabilmente in una giornata dove a dominare sono le dimissioni di Enrico Letta e l’avanzata di Matteo Renzi, anche in un’occasione che era stata presentata come iniziativa locale, a fare la parte del leone è la dimensione di politica nazionale. Complice anche la presenza del rappresentante in parlamento del NCD.
E sebbene il partito sia nato dalla frattura creata dai fedeli di Silvio Berlusconi che del governo Letta volevano liberarsi, pregiudiziali insuperabile non sembrano esserci nei confronti di Matteo Renzi. Certo, spiega Magnolfi “se come sento parliamo di apertura a SEL, di una legislatura che mira al 2018 e di introduzione della patrimoniale non ci sono elementi per un percorso da fare insieme. Ma se a prevalere sarà il senso di responsabilità verso il paese noi faremo la nostra parte”.
Un senso di responsabilità che si tradurrebbe nell’individuazione di 4, 5 punti su cui lavorare: una nuova legge elettorale, la riforma del titolo V della Costituzione, interventi per la riduzione degli sprechi nella spesa pubblica e per la riduzione della burocrazia. Si parla poi di rilancio del mercato del lavoro, dove però la ricetta sa un pò di vecchio e di superato dato che Magnolfi parla della necessità di introdurre “una maggiore flessibilità nei rapporti di lavoro”.
Sulla necessità di trovare punti in comune per rilanciare concorda anche l’On.Tortoli. Punti che però, quando si parla di individuare strumenti per la diminuzione della pressione fiscale, si scontrano inevitabilmente con una visione politica, come dimostra la chiusura netta di fronte alla parola “patrimoniale”.
Il NCD si presenta come una forza nuova, che guarda alle esigenze del territorio e che vuole prendere le distanze da una gestione di un partito, il PDL, che è stata “a tratti padronale e aziendalistica”. Ma vecchi slogan stentano ad essere abbandonati del tutto e ancora ad essere ripetuti sono mantra come “la campagna di odio che la sinistra ha portato avanti per 20 anni” e “la persecuzione giudiziaria di Silvio Berlusconi”.