di Giovanni A. Cignoni
In questi giorni su paginaQ è apparsa un’antologia di corti PIXAR uno più bello dell’altro.
Su uno in particolare vale la pena aggiungere qualche riga. Non è ancora proprio PIXAR e, certamente, non è al livello degli altri, ma è denso di storia. È The Adventures of André and Wally B., eccolo qua:
Fu realizzato nel 1984 dal gruppo che allora era parte della Lucasfilm e che due anni più tardi si staccherà per fondare la PIXAR. Per inciso, nell’operazione sarà decisivo il contributo finanziario di Steve Jobs, quando si dice avere fiuto.
Il corto è un’esibizione pirotecnica di innovazioni tecniche: la generazione della vegetazione, il tipo di illuminazione, il motion blur… d’altra parte fu realizzato per essere presentato al SIGGRAPH, allora come oggi la più importante conferenza internazionale di computer grafica.
E vale la pena notare che 30 anni fa era già alla 11esima edizione.
Fra le tante innovazioni introdotte e dimostrate dal corto una merita più delle altre.
Un primo motivo sarebbe la complessità algoritmica e computazionale, ma con la redazione c’è un tacito accordo di parlare di calcolatori senza fare conti, quindi passiamo oltre.
Stiamo parlando dello squash & stretch, il primo dei 12 comandamenti dei nine old men.
Troppa roba? L’avevo detto che era denso.
In breve, i nove sono gli animatori Disney che negli anni ’30 definirono i canoni dell’animazione realizzando capolavori come Biancaneve e i Sette Nani. Pare che “nine old men” li chiamasse Walt Disney, quando, in effetti, ancora vecchi non erano. I 12 comandamenti condensano il loro lavoro in forma di regole; la codifica definitiva è scolpita nel libro The Illusion of Life che Frank Thomas e Ollie Johnston (due dei nove) hanno scritto nel 1981.
Squash & stretch è la regola (la prima) che dice di esaltare movimenti ed espressioni deformando gli oggetti. Riguardate ora il corto: il corpo di André durante lo sbadiglio, il cappellino, il corpo di Wally B. che si comprime per caricarsi e partire alla rincorsa (un classico)… sono i dettagli spesso quasi impercettibili che rendono speciali i cartoni animati.
Ma le sorprese dietro a André & Wally B. non sono finite.
Il raffinato software usato per il corto, per girare, aveva bisogno del più sofisticato e potente hardware a disposizione a quel tempo. E infatti i calcoli per generare i fotogrammi del filmato furono eseguiti su un Cray X-MP, in quegli anni la macchina più veloce del mondo e da allora simbolo del supercalcolo – per noi nerd, un vero feticcio.
L’X-MP alle mirabolanti prestazioni e alle raffinate soluzioni tecniche unisce un inconfondibile design che lo rende un’irresistibile icona dell’informatica. Ne sono stati conservati circa una decina, oggi nei più importanti musei di scienze e tecnologie al mondo. Al Museo degli Strumenti per il Calcolo accoglie i visitatori all’ingresso ed è difficile non farsi una foto con il Cray:
Il che è anche un’occasione per ringraziare tutti coloro che sabato mattina sono passati dal Museo per festeggiare Galileo.
PS: per André & Wally B. fu utilizzato anche il VAX/11, è meno bello, ma è un’altra icona dell’informatica, al Museo abbiamo anche lui, ma per ora ci manca lo spazio per esporlo.
Ringrazio la redazione e Giovanni per aver “aggiunto” un bellissimo commento al video The Adventures of André and Wally B. che tuttavia era presente nell’antologia di video… 😉
Hai ragione scusa, mi ha fregato non averlo visto nella colonnina di destra…
Ho chiesto alla redazione di correggere il testo.
Ciao.
Non c’è nessun problema, anzi il tuo articolo, assai interessante, mi è molto piaciuto.