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La cerimonia della campanella: da Enrico a Matteo

campanello

Avete visto sabato scorso
l’ultimo atto del percorso?
Alla fine del duello
passa di mano il campanello.

Cerimonia fredda e tesa,
ancora brucia quell’offesa:
per l’ambizione smisurata
quella fine accelerata.

Attraversato il corridoio
giunge sopra un bel vassoio:
fate largo allo strumento
con cui avanza il cambiamento!

Non si guardano negli occhi,
Cain nessuno tocchi.
Dura tutto pochi istanti
per i flash degli astanti.

Uno serio e compassato
l’altro goffo e ridanciano.
A chi tese quell’agguato
ora tende la sua mano.

Si può parlar col gesto
e non servon le parole,
quel volto così mesto
è ancora lì che duole.

Non ci andò nemmeno Craxi
al suo posto il vice Amato,
salito sopra un taxi
se ne andò tutto adirato.

Ricordo invece Silvio
quando passò a Monti,
sul terreno impervio
sempre in rosso i conti.

Ma vuoi metter che risata
sulla faccia sua abbronzata?
Il casin lo fatto io,
a te lascio il tintinnio.

Ma in fondo è buono Enrico
e consola il vecchio amico:
“passa tutto in un baleno
#Matteostaisereno.”

Frama
24 febbraio 2014
Tutti i diritti sono come l’autore: riservati.

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Scritto da:

Pubblicato il: 25 febbraio 2014

Argomenti: Rime a SoQQuadro

Visto da: 698 persone

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Una risposta a: La cerimonia della campanella: da Enrico a Matteo

  1. avatar rosanna scrive:

    non è solo ambizione smisurata, il Pd ha provato a cucinarlo a fuoco lento e Renzi si è sottratto

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