Sciopero dei treni venerdì 14 marzo. A indire la mobilitazione di 8 ore il sindacato Orsa e altre single sindacali, che hanno proclamato lo stop dalle 9 alle 17.
Ad essere contestata dall’Orsa l’approvazione della legge 214 del 2011 che, spiegano “determina ingiustificate differenze tra lavoratori che operano nello stesso settore o svolgono la stessa mansione”.
“In particolare- prosegue il sindacato – intendiamo sottolineare la penalizzazione subita dai ferrovieri, che sono impiegati in attività particolarmente delicate concernenti l’esercizio ferroviario (macchinisti, capitreno, manovratori/formatori, personale navi traghetto), colpiti da un ingiusto provvedimento legislativo che sposta i limiti pensionistici di questa categoria da 58 a 67 anni di età”. Un provvedimento che in prospettiva spiegano “colpisce non solo il personale dipendente dal Gruppo FS, ma tutti i lavoratori che operano nel settore del trasporto ferroviario, ormai pienamente liberalizzato”.
L’accesso alla pensione di vecchia al compimento dei 58 anni era motivato dalla particolare gravosità delle mansioni a bordo dei treni, delle navi o negli scali ferroviari, con orari in turni non cadenzati e articolati nell’intero arco dell’anno, con frequente esposizione alle condizioni atmosferiche e impegnati in operazioni particolarmente faticose e disagiate.
“I lavoratori in questione operano in attività connesse alla sicurezza del trasporto ferroviario – prosegue l’Orsa – e il controllo della loro integrità ed efficienza psico fisica è sottoposta a rigidi protocolli sanitari attraverso visite mediche periodiche, la cui cadenza temporale si intensifica con l’avanzare dell’età. L’innalzamento dell’età pensionabile comporterà l’incremento dei casi di inidoneità fisica allo svolgimento delle proprie mansioni”.
“In nessun altro Paese europeo – rimarca Orsa – la professione dei ferrovieri ha il limite pensionistico previsto in Italia. Poche altre categorie professionali evidenziano una così elevata incidenza di infortuni sul lavoro, anche mortali”.
