Fai partire la musica prima di proseguire:
È qui…io sento la morte…avverto una presenza…sono entrata in contatto con una mente perversa.
Tu hai già ucciso e sento che ucciderai ancora…quel canto infantile…e quella villa laggiù…
Sai Marc, la differenza fra noi due è una differenza politica. Tutti e due suoniamo piuttosto bene,
ma io sono il proletario del pianoforte e te invece sei il borghese. Tu suoni per l’arte e ci godi, io lo
faccio per sopravvivere, e non è la stessa cosa.
Brindo a te, vergine stuprata!
– Cosa ci fa di bello in Italia?
– Sono un pianista, jazz, insegno qui al conservatorio.
– Suona il piano via, e così allora ‘un ce l’ha un lavoro.
– Strani quadri eh?
– Le posso chiedere se ha fatto rimuovere qualcosa o cambiare di posto qui dentro, commissario?
– Ma lei è matto! stiamo ben attenti a non spostare nulla, perché?
– Quando entrai nella casa di quella donna la prima volta mi parve di vedere un quadro, ma dopo qualche minuto questo quadro non c’era più, cosa può essermi successo?
– A te niente, forse il quadro è stato fatto sparire perché rappresentava qualcosa di importante
Certe volte quello che vedi realmente e quello che immagini si mischia nella memoria come un cocktail del quale tu non riesci più a distinguere i sapori
– Io ti sto dicendo la verità
– Tu credi di dire la verità, e invece dici soltanto la tua versione della verità.
Carlo mi parla molto spesso di lei, è ingegnere vero
E così mi hai beccato con le mani nel sacco: il tuo amico Carlo non solo beve, ma ha anche degli
strani gusti sessuali. Sorpresa! Sorpresa!
Perché non molli tutto e sparisci, te ne vai via. Chi te lo fa fare di cacciare il naso in questa storia?
È certamente un maniaco quello che ha commesso un delitto così mostruoso.
Quel dipinto era certamente là dentro, non me lo sono sognato.
È diventata una specie di sfida con la mia memoria.
Tanto non mi sfuggirai, ti ucciderò lo stesso una volta o l’altra.
Questa canzoncina può essere l’elemento scatenante dei delitti.
Helga, oltre che di una canzoncina, parlò anche di una villa.
– Che fa? E’ impazzito? Perché ha aperto tutta l’acqua calda?
– L’ho fatto solo perché volevo sapere chi ha ammazzato Amanda.
Maledizione, tutto distrutto: il cadavere, la stanza murata e quel disegno sulla parete.
Anche lui ha visto l’assassino, non può essere stato lui.
Forse quel quadro è stato fatto sparire perché rappresentava qualcosa di importante, talmente
importante che tu non te ne rendi conto.
Il quadro.
Avevo visto la faccia dell’assassino.
avete visto
PROFONDO ROSSO
un film di
Dario Argento
con
David Hemmings, Daria Nicolodi, Gabriele Lavia, Macha Méril,
Eros Pagni, Giuliana Calandra, Glauco Mauri, Clara Calamai
Giallo, 1972
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