Pisa, anni ottanta, una guerra fredda, strisciante e dispettosa, s’insinua nella vivace scena rock cittadina, si compattano due blocchi contrapposti: quelli dell’ Hardcore-Punk vs quelli del Garage-Beat. Alla base dello scontro, degenerato in conflitto geopolitico, una storia di donne, o di un pedalino distorsore rubato e mai ritrovato, oppure altro ancora, una serie di piccoli eventi conglomerati, come mattoni d’un muro di rancore che si alza e divide in zone d’influenza la musica giovane sotto la torre pendente. Ma c’è chi non si allinea ai blocchi egemoni e propone una musica fuori dagli schemi più o meno importati, c’è chi propone una musica bizzarra, impazzita e saltellante. Sono gli Zampironi e già dal nome si può intuire un’inusuale quotidianità della materia sonora trattata. Un trio chitarra-basso-batteria che suona una cosa un po’ surf, un po’ scheletro di canzone pop sottoposta a scariche elettriche, un po’ new wave dei Carpazi, un po’ tango del Monte Pisano e un po’ colonna sonora per animazioni con gli inseguimenti a manovella. Una cosa un po’ zappiana, con qualche poliritmo che se provi a batterci le mani a tempo rischi una discreta figura di merda. Un’attitudine sperimentale diluita in rapide composizioni con qualche dissonanza e molta velocità. Spiazzano e sprigionano un’originalità che viene notata al controradio rock contest del 1988, dove vincono il premio della critica e si portano a casa un prezioso microfono. Leggendo il fatto come un segno di svolta, gli Zampironi diventano un quartetto con l’ingresso alla voce del carismatico Squiliberto. La svolta però non fiorisce del tutto e, dopo un ritorno alla musica strumentale in trio, il gruppo si prende una pausa di vent’anni.
Pisa 2012, la situazione è cambiata, ma non in meglio: c’è pieno di cover band, gruppi che rifanno, senza soluzioni personalizzate, i pezzi dei gruppi famosi. Una cosa insopportabile.
Gli Zampironi si ribattezzano Parafulmini e tornano in azione con un’audace missione : DACB!
Destroy All Cover Bands! Distruggi tutte le cover band. No cover bands anymore! Mai più cover band (da cantare sull’aria di No More Heroes degli Stranglers). Un manifesto artistico, ma anche una campagna da adottare e sostenere (e se proprio volete suonare roba altrui, arrangiatela un po’ come vi viene, metteteci qualcosa di vostro, no?).
http://parafulmini.wordpress.com/2011/02/14/no-cover-bands/
I Parafulmini sono: Marco Bigliazzi (che fa i cartoni animati con lo studio Toposodo) batteria e macchinetta, Luca Rossi (che costruisce bassi e chitarre) basso e bombardino, Stefano Masoni (che suona la tromba con la Fantomatik Orchestra) chitarra e tromba.
Venerdì 21 marzo ore 22e30, Parafulmini dal vivo al Cantiere SanBernardo, via Pietro Gori, Pisa.
Ico Gattai