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Volontari e beni culturali. I professionisti: “Sospendere l’accordo e aprire il dialogo”

restauro

Ieri al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere si è tenuto l’incontro sull’accordo che intende affidare volontari il pronto intervento sui beni culturali. 

Sospendere l’accordo sulla formazione di una squadra di volontari a tutela del patrimonio storico artistico. Questa la richiesta emersa dall’incontro di ieri organizzato dall’Associazione culturale Artiglio insieme al Corso di Laurea magistrale in Storia delle Arti Visive, dello Spettacolo e dei Nuovi Media dell’Università di Pisa, a cui hanno preso parte le associazioni di professionisti dei beni culturali, studenti e professori universitari.

Il 3 febbraio scorso è stato firmato un accordo in Prefettura che che indende affidare agli Amici dei Musei di Pisa il monitoraggio dello stato di salute dei beni storici artistici di Pisa e che prevede la costituzione di una squadra specializzata di volontari per il pronto intervento. Per la quale gli Amici dei Musei si impegnano a reperire le risorse necessarie.

La richiesta di sospensione dell’accordo si tradurrà in un documento formale da presentare alle istituzioni coinvolte nell’accordo firmato il 3 febbraio scorso in Prefettura: Comune, Soprintendenza e Prefettura.

Un documento che per il prof. Marco Collareta dovrà essere un “piccolo documento di meraviglia”. Di meraviglia e di sorpresa per il superamento delle competenze professionali, che sono stabilite dalla legge: “L’articolo 9 della Costituzione dice che lo Stato ha la tutela del patrimonio storico artistico. Con questo accordo si prendono iniziative coinvolgendo solo marginalmente la soprintendenza. Questo non significa che non esistano spazi di cittadinanza attiva, l’importante è coordinarsi e dialogare con l’istituzione giusta”.

Un’apertura di dialogo arriva dall’amministrazione comunale. L’assessore alla cultura Dario Danti presente all’incontro è “perplesso da questo accordo” si dice disponibile a incontrare le associazioni di professionisti “insieme al sindaco Marco Filippeschi e all’assessore Andrea Serfogli (che per conto del comune ha apposto la firma in Prefettura, ndr)”. Una disponibilità che sarebbe stata confermata ad alcuni dei presenti dallo stesso Serfogli.

La “sorpresa” delle associazioni e i dubbi si manifestano su più fronti. Prima fonte di meraviglia è che un’iniziativa di questo tipo sia stata presa dal Prefetto su sollecitazione del Sindaco e che la soprintendenza, che è preposta all’attività di monitoraggio e di tutela del patrimonio, sia stata coinvolta solo marginalmente. Ma anche che si dichiari, spiega Lorenzo Carletti dell’Associazione Artiglio uno “stato di emergenza del patrimonio aritstio e monumentale in una città che si è candidata, scandalosamente, a capiotale europea della cultura. Dov’era allora, ci chiediamo, l’emergenza? E perchè la riunione viene convocata subito prima che si insediasse la nuova Soprintendente?”

Fronte di grande perplessità è anche il fatto che, nel momento in cui si ipotizza un intervento di volontari in questo settore, non vengano minimamente coinvolte le professioni specifiche. E che, spiega la professoressa Antonella Gioli “non si chiarisca su quale patrimonio agiranno i volontari degli Amici dei Musei di Pisa: stiamo parlando di quello del Comune, che comprende anche una chiesa come quella della Spina?”

A sollevare dubbi di legittimità, nel senso stretto del termine, è l’Associazione La Ragione del Restauro, che con un lungo e dettagliato comunicato aveva già sottolineato il probabile conflitto di questo accordo con le leggi che regolano la professione (pensate non tanto e non solo per tutelare la professione di restauratore, quando soprattutto per tutelare l’opera), dato che spiega Daniela Lippi, “i restauratori sono gli unici autorizzati per legge ad eseguire in via esclusiva interventi di manutenzione e restauro dei beni culturali mobili e su superfici decorate di beni architettonici (codice dei bei culturali e del paesaggio, ndr)”. E nel comunicato vengono infatti individuate le possibili violazioni che l’accordo del 3 febbraio potrebbe contenere”.

Fra i punti di domanda che restano aperti è la scelta degli Amici dei Musei di Pisa come associazione individuata per la costituzione della “Sezione specializzata di volontari di pronto intervento”. Perché se nessuno vuole mettere in dubbio la bontà della loro attività, ciò che tutti si chiedono è con quali criteri sia stata selezionata e perché non ci si sia rivolti, ad esempio, ad associazioni di volontariato come quelle degli studenti dei beni culturali o la Protezione Civile che, spiega una delle ragazze presenti, “ha volontari appositamente formati in questo settore di intervento, che sanno di dover sempre e comunque far riferimento alla Soprintendenza”.

Fonte di preoccupazione è anche l’auspicio contenuto nell’accordo che questa iniziativa possa essere un modello da replicare e diffondere sul territorio nazionale. Ma l’esportazione di questo modello rischia di essere più di un auspicio, come sottolinea Emanuela Grifoni, diagnosta del Cnr: “Il presidente degli Amici dei Musei di Pisa, Mauro Del Corso è infatti anche alla guida della FIDAM – Federazione Italiana degli Amici dei Musei “a cui afferiscono circa 40 mila volontari in tutta italia”.

Quello che è chiaro ai presenti è che a rischio sono insieme la corretta gestione della tutela e la difesa del lavoro di professionalità specializzate. E che la mancanza di risorse in questo campo, come sottolinea il prof. Collareta, “è una scelta politica”. Non è forse casuale che la progressiva svalutazione delle professioni legate alle cultura si stia diffondendo a macchia d’olio: dalle dichiarazioni di Matteo Renzi a Che Tempo che Fa in cui suggerisce di impiegare cassaintegrati per il servizio nelle biblioteche, a quelle del Sindaco di Roma Ignazio Marino che invece vi impiegherebbe i clochard.

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