Una lettera di Nicola Messina, naturalista, fotografo, sulla chiusura dell’Associazione La Limonaia, pubblicata su Naturalmentescienza, fatti e trame delle scienze.
Diverse settimane fa, mentre mi trovavo sull’isola di Halmahera, ho appreso la triste notizia della chiusura dell’Associazione di divulgazione scientifica “La limonaia Scienza Viva” di Palazzo Ruschi a Pisa. Un evento che mi ha lasciato basito e dispiaciuto. Chiudere La Limonaia è stato un atto di irresponsabilità, dettato da scarsa conoscenza, cultura di base e mancanza di buon senso, in quanto blocca il dialogo e la crescita del pensiero scientifico e dello scambio di idee.
La chiusura della Limonaia va ben oltre il semplice chiudere un luogo dove si facevano mostre, conferenze e si esibiva la propria arte. La limonaia era un luogo dove giovani, ricercatori, artisti, scienziati, divulgatori del sapere avevano le possibilità concrete di mantenere una porta aperta sul mondo, tenendoci al passo con altri paesi. Trascorro molto tempo della mia vita all’estero e qui la tendenza è di favorire progresso. E, badate bene, non parlo di Germania o Norvegia ma di paesi che fino a poco tempo fa non se la passavano benissimo.
Oggi in Malesia, per esempio, paese che amo visceralmente perché mi ha dato molto in termini di conoscenza, umanità e mi ha reso la persona che sono oggi, si aprono sale concerti, centri di cultura, teatri, si rinnovano musei, si assume personale, in sintesi si vive una intensa stagione di presa di coscienza del patrimonio culturale. Noi, invece, pensiamo di risparmiare chiudendo La Limonaia o strutture analoghe in tutta Italia, causando invece una perdita irreparabile al patrimonio culturale italiano e alla crescita del Paese.
Aver chiuso La Limonaia ha equivalso a fare ammalare Pisa, come se una malattia grave avesse eroso il corpo di uomo. Pensare Pisa senza La Limonaia infonde in me un senso di distruzione, deturpamento di qualche cosa che non sono nemmeno troppo bravo a spiegare. Pisa, si trova ad essere depredata da scelte avulse da ogni logica, da una politica scellerata di risparmio nel breve termine ma dannosissima per il futuro. Oltre ad aver tolto lavoro a due persone straordinarie come Claudia Cardelli e Annamaria Mele, gettando due famiglie alla mercé del nulla, questa scelta ha tolto qualcosa a chi svolgeva il loro ruolo con passione e dedizione. Ha tolto amore.
A titolo personale, nel 2012 feci proprio qui una mostra sulle foreste del Borneo, questo fu il mio trampolino che mi é servito a fare apprezzare le mia attività professionale. Quando arrivai alla Limonaia per la prima volta, fui accolto con calore dal suo personale, cosa decisamente rara nell’amministrazione pubblica, e vidi in Claudia e Annamaria entusiasmo e spirito di collaborazione. La Limonaia non è un luogo su cui si può risparmiare, La limonaia non è un luogo dove si va a fare una passeggiata ma uno spazio vitale della città per tutti coloro che vogliono essere liberi, una parte di cuore di cui Pisa andava fiera.
Nicola Messina
Caro Nicola, cosa si può pretendere da un paese ove venne detto che con la cultura non si mangia.
Che vorrebbe affidarsi al volontariato per i restauri delle opere d’arte (grande stima personale per i volontari e meno male che ci sono) per risparmiare
.Certo che a Pisa non vi fate mancare niente!
Meno male che ora con il nuovo ministro del lavoro creerà 900.000 posti, e, le persone che
lavoravano alla Limonaia sicuramente(sotto questo profilo) andranno a migliorare.Cosa vogliamo di più?
Visto che la buttano sui soldi almeno questa è una notizia buona
Buona nottata pisana.Ottimo testo di un naturalista errante.Pisa ,città di scambio ,resta nella memoria dei visitatori delle aule,biblioteche,insegnamenti.Nel tempo diviene icona di/per fotografi turisti appoggiati a torri raddrizzate .La città’ pendente.Chi resta in sede,e ‘ rivolto altrove.Il rapporto Univerita’ Città’ tende a zero.Il frutto del localismo politico e ‘ la DOMUS GALILEANA ,la LIMONAIA chiuse ,DOMUS MAZZINIANA ,MUSEI desolatamente vuoti……NIHIL FECUNDA NISI IN FERVIDA….
ma si sa non tutto può ‘ esser perfetto…..Le persone,le istituzioni son soggetti variabili nel tempo/interessi.Quel che resta e’ l’insegnamento nella memoria di chi li ha conosciuti.Gli archivi conservano oggetti ritrovabili nel tempo.Avevo già’ richiesto a suo tempo che il patrimonio prodotto dalla LIMONAIA fosse depositato in luogo sicuro …non ho notizie in merito.Resto in attesa del ritrovamento degli oggetti prodotti in qualche sede non transeunte…….Cesare….GRAZIE ancora da un utente curioso .