Personale medico e ed esperti in organizzazione e programmazione dei servizi della Società della Salute pisana formeranno operatori sociali e sanitari della Palestina. È il progetto “Ponte di mezzo” della SdS pisana che ha vinto bando regionale sulla cooperazione internazionale. Il progetto mira a promuovere una visione della sanità a tutto tondo, seguendo la persona disabile sotto tutti i punti di vista, dalla riabilitazione fisica agli aspetti sociali e psicologici.
Un progetto che va a operare in una terra martoriata dalla guerra e dai conflitti, dove i disabili rappresentano una parte rilevante della popolazione: a Betlemme sono il 3% e a Hebron il 3,6%.
A spiegare “Ponte di mezzo” è la Dott.sa Cristina Laddaga del Dipartimento Riabilitazione USL 5, riferimento tecnico scientifico della spedizione: “Nello specifico il progetto ha il compito di potenziare le competenze professionali del personale operante, aumentare la capacità di presa in carico appropriata ed efficace, coinvolgere le risorse territoriali e delle reti di soggetti territoriali (pubblici, ONG, organizzazioni di base), diffondere le buone prassi in vista degli obiettivi dichiarati”.
Il programma è organizzato in quattro moduli formativi rivolti agli operatori dei Pwd Center (person with disability). Le attività si svolgeranno su tre livelli: disabilità motorie dei bambini disabili, ‘educazione speciale’ rivolta a giovani con ritardi mentali e affetti dalla sindrome di Down, attività riservata alle visite di pazienti esterni che presentano esiti da patologie traumatiche o comunque con decorso limitato nel tempo come nel caso di fratture.
“Porteremo la nostra competenza per sviluppare e rafforzare le competenze organizzative e socio riabilitative del personale operante nell’ambito dei servizi rivolti ai disabili – ha dichiarato Giuseppe Cecchi, direttore della Società della Salute – e assisteremo le istituzioni locali palestinesi nei processi di decentramento e rafforzamento delle loro capacità nel campo dell’erogazione dei servizi di base a favore della società civile.
“La particolarità vincente del progetto – ha commentato Sandra Capuzzi, presidente della SdS – consiste nel coniugarela tradizionale formazione sanitaria con l’inizio di una rete assistenza e di attività sociosanitarie in loco”.
Il porgetto si arricchisce del partenariato del Comune di Cascina. “Metteremo al servizio di questo progetto l’esperienza di precedenti esperienze di assistenza alle municipalità palestinesi ” afferma l’assessore cascinese Silvia Innocenti.