Perché non destinare l’ex caserma Curtatone e Montanara all’accoglienza dei profughi e all’emergenza abitativa? Questa la proposta del Municipio dei Beni Comuni che parte da una premessa: la gestione emergenziale di un flusso di arrivi ormai prevedibile con l’arrivo della bella stagione e di condizioni di mare buone per la navigazione.
“Invece di ospitare i migranti nel sistema ordinario di accoglienza dei richiedenti asilo il cosiddetto sistema Sprar – spiegano – si stanno predisponendo strutture di emergenza specifiche, reperite all’ultimo momento e spesso prive degli standard minimi previsti dalla legge. Anche a Pisa si ricorre a strutture non adeguate, come quella della Piaggerta che relega lontano dalla città, di fatto isolati da qualsiasi collegamento esterno, in una condizione che impedisce qualunque forma di inserimento sociale”.
In questa situazione per il Municipio dei Beni comuni l’esperienza del Distretto 42 potrebbe costituire una risorsa a lungo termine. Che si arricchirebbe di servizi già attivi come lo sportello legale dedicato a migranti, richiedenti asilo e rifugiati, e un corso di lingua italiana tenuto da personale competente e formato.
L’idea è dunque quella di investire in questo luogo con interventi che vanno dal ripristino delle utenze alla bonifica degli spazi (“imbiancatura, muri divisori in carton gesso e arredamento”) per fare di questo luogo anche uno spazio dedicato all’emergenza abitativa: “adatto ad accogliere migranti e profughi, così come famiglie in difficoltà, utile per gestire le emergenze freddo”.
Il vantaggio è “uno spazio collocato in pieno centro cittadino, che dunque potrebbe favorire l’inserimento sociale dei nuovi arrivati, trovandosi vicino a mezzi di trasporto e servizi. E’ un luogo di socialità, di cultura e di aggregazione, dove i profughi potrebbero inserirsi positivamente. Vi si trovano inoltre servizi rivolti a cittadini stranieri, di cui potrebbero usufruire anche i richiedenti asilo”.
Un progetto che per il Municipio dei Beni Comuni “è del tutto fattibile dato che la notizia della risposta del Ministero della Difesa al Demanio che rivendica il Progetto Caserme si scontra con costi e tempi che fanno venire meno qualsiasi urgenza di chiusura del Distretto 42. Questo – concludono – un bel modo per restituire alla città, a costi contenuti, un luogo utile e prezioso”.