Un iter veloce, trasparente e partecipato che consenta una rapida riapertura dei cancelli del Distretto 42 e del Parco Don Andrea Gallo. Questa la richiesta del Municipio dei Beni Comuni dopo lo sgombero di martedì e la nota del Sindaco Filippeschi che auspica una pronta riapertura e un utilizzo a fini sociali di una parte del complesso. Citando proprio la richiesta di assegnazione di Pisa Meticcia e affermando che “ora si può creare la condizione perché venga esaminata secondo le volontà del Ministero interessato e i procedimenti a cui esso deve attenersi”.
Un’apertura indubbia, quella del Sindaco, dato che come sottolineano gli attivisti, Pisa Meticcia è il riferimento legale dello stesso Municipio dei Beni Comuni e un riconoscimento del fatto che “la riapertura del parco è stato un atto a favore della cittadinanza”.
A partire da queste dichiarazioni, “seppur tardive” sottolineano, il Municipio chiede che dalla prossima settimana si apra un tavolo in cui a sedere siano tutti gli enti coinvolti, in modo che si definiscano le competenze di ognuno: Comune, Demanio, Ministero della Difesa e Municipio dei Beni Comuni, per formalizzare l’assegnazione a Pisa Meticcia.
I primi a meritare una risposta, dicono, “sono gli abitanti del quartiere che dopo aver presentato una petizione per chiedere una discussione pubblica sul parco non hanno ricevuto segnali”.
La richiesta è che il Comune abbandoni il Progetto Caserme “da cui il Sindaco nella nota sembra prendere le distanze” e faccia ricorso “per ottenere l’assegnazione nell’ambito del federalismo demaniale, per poi concederla in uso a Pisa Meticcia”.
Quello che si chiede con forza è che tutto il processo sia limpido e partecipato e che non si ripeta l’esperienza dell’ex Colorificio, dove “sono state condotte trattative e incontri di cui la cittadinanza era all’oscuro”.
A chiedere tempi celeri per la riapertura anche Andrea Corti, segretario provinciale del PRC e consigliere provinciale: “Oggi la priorità per la città non è il progetto caserme, ma dare un polmone verde e uno spazio di socialità alla città”.
Non a caso mentre parliamo qualche abitante e commerciante della zona si avvicina. E sulle finestre sono ancora appesi fiori e strisce verdi apparsi martedì in segno di solidarietà.
L’apertura del Sindaco, commenta Ciccio Auletta di Una città in comune – Prc, “conferma che non c’era nessuna urgenza per uno sgombero deciso di un provvedimento di sequestro firmato il 19 febbraio, a soli quattro giorni dalla riapertura. Di fronte alla non urgenza – aggiunge Auletta – chiediamo che i sigilli vengano rimossi in pochi giorni e si faccia velocemente tutto il possibile per avviare un dialogo in cui il Comune porti con forza la sua volontà di destinare a uso sociale una parte di questi spazi”.
Se in questo lungo ponte certamente le porte resteranno chiuse, il Municipio dei Beni Comuni è però intenzionato a mantenere viva la presenza in San Martino, sabato con un volantinaggio e il 1 maggio con un pranzo nella piazza del quartiere.