di Stefano Gallo
Anche quest’anno è arrivato il 25 aprile, festa che ricorda la Resistenza partigiana e la Liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca. C’è chi – più impegnato – sente questa giornata come un evento dal forte significato etico-politico, e chi invece – più svagato – la vive come un giorno di vacanza simile ad altri, forse un po’ migliore perché ci permette di godere finalmente del clima primaverile. Qualche tempo fa, in una fase politica drogata dalla retorica della spending review (non poi così diversa dall’attuale…) era stata avanzata l’ipotesi di spostare la celebrazione del 25 aprile alla domenica più vicina; proposta che avrebbe trovato l’opposizione netta sia da parte degli ‘impegnati’ (legati ai valori della Resistenza) che degli ‘svagati’ (legati ai valori della vacanza), e che in ogni caso si risolse con un nulla di fatto. Ciò nonostante avevano provato a cancellare il 25 aprile e a trasformarlo in una ricorrenza vacua e oscillante, senza più una data stabilita. E non è stato un bel segnale.
Quest’anno tra l’altro, con il 25 aprile si festeggia il sessantanovesimo anniversario della Liberazione. Ciò significa che tra un anno si celebrererà la cifra tonda: 70 anni di Italia liberata dal nazismo. In effetti siamo nel bel mezzo di un periodo in cui si celebrano i settantennali degli eventi chiave della guerra e della Resistenza: l’anno scorso, con la ricorrenza del 25 luglio 1943 e dell’8 settembre 1943, si sono aperte le danze per i settantesimi compleanni di un bel di po’ di avvenimenti, a livello nazionale e locale, danze che culmineranno nella festa del fatidico 25 aprile 1945, l’anno prossimo.
In realtà l’impressione è che i mezzi di comunicazione mainstream non abbiano dato grande rilievo a questo grande ciclo giubilare, e quindi il grande pubblico non ha avvertito di essere nel bel mezzo di tutte queste importanti ricorrenze. Per ora l’unico tentativo – non riuscito – di fare del 70º della Resistenza un evento mediatico è stato quello di Sergio Luzzatto, con il libro Partigia edito da Mondadori, che si presenta come un approccio nuovo e spregiudicato al tema della guerra partigiana a partire da un episodio della vita di Primo Levi. Il libro non ha venduto quanto si aspettava l’editore, nonostante sia riuscito a suscitare qualche critica e discussione seria (si veda a proposito il dossier della rivista on line «Storicamente»).
Per fortuna però, lontano dai sensazionalismi e dal marketing, nei sottoscala del lavoro culturale si può trovare un fermento di progetti e proposte legate al 70ennale della Resistenza, spesso molto originali, sempre di un qualche interesse. La gran parte di questi sono legati alla rete degli Istituti storici della Resistenza, rete che mostra così, nonostante gli acciacchi del tempo, di possedere ancora delle risorse apprezzabilissime. Ma ci sono anche iniziative di singoli e associazioni autonome. Proviamo a vederne qualcuna di quelle più vicine al nostro territorio, con l’idea che per avvicinarsi a un 25 aprile degno di questo nome sia necessario riempire di contenuti e di significato questa data.
Partiamo dalla Regione Toscana, che ha fortemente voluto e appoggiato un progetto curato dagli Istituti toscani e dalla Biblioteca Serantini: la creazione del portale web ToscanaNovecento, che si presenta come un’accattivante e ricco contenitore di informazioni sulla storia del secolo scorso e sulle iniziative che vengono promosse sul territorio, con un’attenzione alla didattica e al contributo dei cittadini, per raccogliere l’immenso e prezioso patrimonio della memoria diffusa. In questo il sito toscano si differenzia dall’analogo promosso dalla Regione Emilia-Romagna con gli Istituti emiliani. In effetti E-Review è una vera e propria rivista on line di saggi di ricerca, anche se la rubrica #usopubblico assicura il legame con le esperienze rivolte alla cittadinanza: si segnala a proposito un bell’articolo che racconta uno strano caso di azione/reazione tra una città, Parma, e il suo passato resistenziale.
Il sito ToscanaNovecento, dicevamo, va quindi più nella direzione del progetto Memory Sharing di Lorenzo Garzella, che porta avanti da anni un meritorio lavoro di raccolta delle testimonianze della guerra a Pisa.
E visto che i testimoni del tempo di guerra iniziano ormai a scarseggiare, il recupero delle memorie ancora viventi appare oltremodo urgente e importante. Non a caso è uno degli elementi portanti del progetto Luoghi della memoria promosso dall’Istituto storico della Resistenza di Livorno, che mette al centro proprio il rapporto fisico, concreto con il territorio: l’idea di base è quella di posizionare dei nuovi pannelli che ricordino eventi legati alla guerra e alla Resistenza e dei segnalatori per le lapidi e i cippi già esistenti. Una stessa linea grafica molto semplice e riconoscibile, prodotta dallo studio Nasonero, unisce la rete dei pannelli e dei segnalatori, mentre un Qrcode rinvia il cittadino dotato di smartphone a un sito che raccoglie la documentazione d’archivio e bibliografica e sollecita l’invio di ulteriore materiale. L’iniziativa livornese è simile ad altre che sono nate in altre parti d’Italia, come quella promossa dall’Istituto di Alessandria, da quello di Lucca, o la rete dei luoghi della memoria partigiana del Verbano Cusio Ossola.
La peculiarità del progetto livornese appare risiedere nell’attenzione data all’arte grafica, aspetto che l’Istituto di Livorno ha molto curato anche in passato, con la mostra sul grafico del Pci labronico Oriano Niccolai, e che continuerà ad approfondire, con una prossima iniziativa su “Grafica e Resistenza” in programma il 16 maggio al Liceo Cecioni. Questo tema ci porta a un’ulteriore iniziativa, curata da chi scrive e da Tuono Pettinato, fumettista molto caro e familiare ai lettori di paginaQ. Nonostante non abbia ancora portato a un prodotto concreto, è in cantiere per i tipi di Barta Edizioni il volume a fumetti Bandierine. Tutta una storia di Resistenze, in cui 8 giovani e giovanissimi autori si cimenteranno nel mettere su tavola alcune vicende, più o meno note, storiche o letterarie, legate alla guerra e alla Resistenza. Sul sito di uno degli autori, Emanuele Messina, si possono vedere alcune tavole in anteprima di una storia liberamente ispirata a I piccoli maestri di Luigi Meneghello.
Oltre questi pochi esempi più vicini a chi scrive, c’è tutto un fermento di iniziative estremamente ampio e vivace, estraneo ai circuiti commerciali e della grande distribuzione. Quelli degli Archivi della Resistenza di Fosdinovo, tra i più attivi in questo campo, hanno definito il filone con la formula “Resistenza 2.0” e già cercano di sistematizzare e riflettere su questo coacervo di esperienze. Da parte nostra possiamo solo sperare che i lettori di paginaQ, sia gli ‘impegnati’ che gli ‘svagati’, abbiano curiosato in alcuni dei siti indicati in questa piccola guida e siano riusciti a raccogliere qualche fiore in più per il loro 25 aprile.
Buona festa di Liberazione.