Circa 200 persone hanno attraversato il centro per protestare contro il piano di dismissione nucleare del Cisam a San Piero a Grado, contro lo sversamento delle acque nel canale dei Navicelli e più in generale contro il nuclelare. A scandire il corteo slogan come “Cisam assassini” e contro le istituzioni preposte a monitorare il porcesso di smaltimento: “Nemici – recita il volantino – che hanno sempre lucrato sulla nostra esistenza e su quella delle future generazioni. Noi non ci fidiamo degli esperti del profitto tecno-scientifico”.
Durante il corteo anche appelli di solidarietà a “Nicola e Alfredo” (i due arrestati per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, manager di Ansaldo) e uno striscione che recita “Marco Alfredo Gianluca, Nicola Adriano liberi”.
Più in generale ad essere preso d’attacco il”sistema capitalistico” in cui secondo gli anarchici giocano un ruolo non secondario università e centri di ricerca come il Sant’Anna e la Scuola Normale Superiore. “Istitutuzioni – dicono – che insieme al Cisam consentono che il capitalismo possa andare avanti e distruggere il furturo”. In particolare oggetto di contestazioni la Scuola Superiore Sant’Anna “in cui si mettono a punto tecnologie e ricerche come quella del’esoscheletro indirizzate a scopi militari e che serviranno per costruire il super soldato del futuro”.
Lancio di vernice rossa e scritte sui muri nella sede del Sant’Anna all’incrocio fra Borgo Largo e via Santa Caterina “Sant’Anna ricerca di morte” e ancora “Contro Stato e nocività spacca, brucia e spara”.
Ad essere “colpite” con la vernice anche le vetrine di acuni negozi di Corso Italia e di Borgo Stretto, la sede de Tirreno e alcune delle banche del centro. Manomesse acune delle telecamera di sorveglianza.
Così Federico Pieragnoli, direttore ConfcommercioPisa ha commentato il passaggio del corteo, il lancio di vernice e le scritte: “Vergognoso e inaccettabile che nel 2014 i negozi di una città come Pisa debbono chiudere all’insaputa le loro serrande, davanti ad una orda di personaggi inqualificabili che si permettono la libertà e la licenza di imbrattare con vernici negozi e sportelli bancomat. Chi ha la responsabilità di tutelare l’ordine pubblico deve fare qualcosa, perché tutto questo non ha ragione di esistere. Onesti commercianti che investono migliaia di euro nelle loro attività, improvvisamente ostaggio di personaggi scellerati che si permettono di devastare la città a proprio uso e consumo. Non ci sono altre parole”.