Un bilancio in positivo, che si chiude con un avanzo di 7,2 milioni di euro, su cui pende l’incertezza delle tasse e il blocco delle spese dettato dal patto di stabilità, ma che regge e fa chiudere il 2013 con una certa tranquillità. Ieri il consiglio comunale ha approvato il bilancio consuntivo del Comune di Pisa, illustrato dall’assessore al bilancio Andrea Serfogli e sottoposto poi a una lunga discussione che si è conclusa con un voto di approvazione a larga maggioranza.
Un atto che si inserisce in una “situazione straordinaria di variabilità dell’assetto della finanza pubblica nazionale e del sistema tributario”, ha spiegato. “Rispetto ai due principali tributi locali, l’Imposta municipale propria (IMU) e il Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES), il Legislatore è intervenuto con vari provvedimenti d’urgenza nel corso dello stesso anno 2013 e con la legge di stabilità per il 2014 esiste la possibilità che il quadro normativo subisca ulteriori e significativi cambiamenti”.
C’è stata un’erosione delle entrate e un calo significativo al netto dell’Imu. Ma si è generato un avanzo sui residui, sia per le maggiori entrate accertate degli esercizi precedenti al 2013 (alcuni pagamenti Imu arrivati dopo la scadenza del 31/12), sia per l’eliminazione di residui passivi di esercizi precedenti.
E anche se la cifra attiva appare alta, per reinvestire la difficoltà principale è il patto di stabilità: “Due sono le strade”, dice ancora Serfogli, “la prima è impegnarle in opere, se il governo confermasse i 3 miliardi di avanzo della finanza pubblica e sbloccasse così gli investimenti per i comuni; la seconda è ripianare l’indebitamento”. Indebitamento che consiste anche nel “far fronte ai pagamenti e agli impegni presi a ottobre-dicembre 2013, con interventi di riqualificazione bloccati, ma anche opere appaltate negli anni precedenti”.
Una difficoltà, sottolinea, “non relativa alla gestione del bilancio, ma riferibile a un sistema normativo e a una dinamica di attori che stanno riducendo l’agibilità finanziaria e di pagamenti dei Comuni. Anche di fronte a un sistema di conti sani, come il nostro, che ha vissuto una diminuzione graduale e costante per le spese del personale, e con una riduzione del debito da 139 a 39 milioni nel periodo dal 2004-2013”.
Alla riduzione del debito si è affiancata anche una riduzione di cassa: “Se al 1 gennaio 2013 c’erano 46 milioni di euro in cassa, al 31/12 si riducono a 23 milioni, per alcuni fattori: lo spostamento della seconda rata della Tares (gennaio 2014) per oltre 10 milioni di euro, più altri pagamenti arrivati successivamente”. Un altro aspetto in calo, è stato quello relativo alle entrate tributarie, “con un -9%, pari 7 milioni di euro (colpa dell’eliminazione dell’IMU), a fronte però di un +14% di trasferimenti”.
Crollano del 50% le entrate derivate dai permessi a costruire, che se erano 7 milioni nel 2012 sono passate alla metà, di cui 2,6 milioni provenienti solo da Ikea. Analoga situazione sugli accertamenti delle sanzioni: “Da 8,7 milioni del consuntivo 2012, a 6,4 milioni del consuntivo 2013. Un calo sostanziale solo in parte controllabile, dettato anche da dinamiche esterne, come la difficoltà di pagare le multe e una maggiore attenzione a non prenderne”. Ma soprattutto una difficoltà di Sepi a recuperare queste somme, criticità sottolineata anche dalla Corte dei Conti che ha addirittura invitato a diffidare la stessa società comunale.
“I revisori dei conti lamentano come si sia di fatto conseguita solo una minima parte degli impegni presi”, ammette Serfogli in chiusura. “Dovremo procedere a variazioni per quanto riguarda il bilancio 2014. Il quadro macroeconomico dà segnali di ripresa, ricorreremo a previsioni più prudenti e cercheremo di assestare il bilancio cercando di sostituire le entrate dalle alienazioni con entrare di diversa natura. Fermo restando il mantenimento dei servizi pubblici essenziali: servizi educativi e trasporto pubblico”.