Prosegue il dibattito cittadino sulle manifestazioni e i cortei in centro, un diritto costituzionalmente garantito su cui in questi giorni di discute molto, sopratutto dopo che il corteo anarchico di sabato ha lasciato una scia di imbrattamenti e devastazioni per i quali sono state denunciate 16 persone.
Nella giornata di lunedì Confcommercio ha chiesto il risarcimento dei danni subiti dai negozianti. “Queste devastazioni non possono passare senza conseguenze”, ha detto Federico Pieragnoli, direttore di ConfcommercioPisa. “Chi ha sbagliato dovrà pagare anche economicamente per i danni causati alle molte attività commerciali sfregiate da una simile barbarie. Sono decine i negozi devastati, vittime di danni materiali, di danni morali, di danni di immagine e di danni per mancati incassi, visto che molti hanno sospeso in fretta e furia l’esercizio della vendita, tra l’altro in un sabato pomeriggio”.
“Le modalità di tale risarcimento – ha aggiunto Pieragnoli – saranno condivise con il nostro ufficio legale, ma un dato è certo: vogliamo andare fino in fondo a questa vicenda inqualificabile e non accettiamo che alla fine, siano proprio gli imprenditori a dover pagare per tutti”.
Confesercenti invece ieri ha avanzato la proposta di una polizza fideiussoria a carico degli organizzatori di cortei e manifestazioni per coprire eventuali danni provocati. “Nessuno vuole limitare il diritto di manifestare, anche in centro – ha dichiarato Giulio Garzella, coordinatore della Confesercenti area pisana – ma è altrettanto giusto che qualcuno si assuma la responsabilità in caso di danneggiamenti proprio per la tutela del centro. Quando noi organizziamo un mercato o un evento su area pubblica, ci chiedono una cauzione a tutela appunto dello spazio pubblico. Deve essere richiesta anche a chi organizza cortei o manifestazioni in aree di particolare pregio”.
Secondo Garzella il Comune ha gli strumenti per regolamentare la questione: “La polizza fideiussoria può essere prevista da un regolamento comunale per permettere la concessione di alcune zone (ovviamente definite). Se l’organizzatore è disposto ad assumersi le sue responsabilità in caso di danneggiamenti, la concessione viene data. Altrimenti si cerca un’altra area”.
“Questo – conclude Garzella – non è limitare la libertà di manifestare. Vuole però coniugarla con i diritti di tutti: dei commercianti che si trovano la vetrina imbrattata, con la collettività che dovrà pagare la rimozione delle scritte sui muri. Immaginare che i singoli responsabili, anche se individuati, paghino attraverso una causa civile ci pare davvero un percorso a dir poco impervio. Altra cosa se gli organizzatori avessero avuto una sorta di assicurazione”.
Sempre pronti a far cassa questi commercianti.
La libertà di manifestare non si discute. Se vogliono vietare le manifestazioni che se ne assumano la responsabilità politica e non prendano come scusa qualche macchia di vernice.
Manifestare è un diritto, vandalizzare le proprietà pubbliche o private è un reato. Dunque occorre che chi manifesta di assuma la responsabilità anche dei danni che può causare. Trovo pertanto molto giusta l’idea di una cauzione preventiva, a carico degli organizzatori, ovviamente da rimborsare se i danni non ci sono. Vedrete allora che ci saranno comportamenti molto più responsabili.
Non ha senso il discorso che fai. La responsabilità è individuale.
Ma via è ridicolo anche solo pensarlo questo discorso della cauzione, è completamente fuori dalla realtà.
Ripeto, se si vuole lmitare la libertà bisogna assumersene la responsabilità politica. Facile usare il pretesto di qualche macchia di vernice.
Perdonami, ma il tuo discorso può essere facilmente ribaltato: facile usare il sacrosanto ed indiscusso diritto a manifestare come alibi per deliberati atti vandalici. Da come parli di “qualche macchia di vernice” è evidente che non hai dovuto ripulirle tu, così come non le ha ripulite il grande capo banchiere o chi per lui oggetto delle scritte, ma un qualche disgraziato con contratto a progetto nelle cui mansioni certamente non rientrava farsi carico di questa pulizia straordinaria. Qualche misura va adottata, sennò come al solito è tutta una guerra fra poveracci e non si risolve nulla, anzi si acuiscono le tensioni.
Vietando si acuiscono le tensioni. Non fatevi intortare da questi politicanti in cerca del consenso facile. La libertà di manifestare non si tocca e basta, di quello non si discute.
La proposta della confesercenti oltre che liberticida è surreale, perché non ha senso né nel concetto di responsabilità agli organizzatori né nella possibilità di gestire in questo modo le manifestazioni, in una città come Pisa poi.
Perché avrei dovuto pulirle?
Se il povero precario con contratto a progetto non lo aveva nel mansionario perché allora lo ha pulito? Che il direttore della banca chiami una ditta che si fa pagare per il lavoro, come hanno fatto in Piazza Garibaldi.
Io non mi faccio intortare, caro Bobo. Sono una persona come te e rifletto sulle cose, non pretendo di avere né la verità in tasca né una soluzione pronta, semplicemente constato che così non va. Mi vorresti far credere che quegli atti sono state azioni spontanee di due o tre individui e non concordate prima da più o meno tutto il gruppo? Mi vorresti far credere che gli organizzatori, anime candide, erano lì con i fiori nei loro cannoni e nessuna intenzione di nuocere al bene, pubblico o privato che sia? Mi sembra strano. Detto ciò, e sorvolando sul fatto che chi china la testa e svolge oltre le proprie mansioni probabilmente non lo fa per scarsa autostima o per autolesionismo ma perché non ha alternative, ti interrogo anche sul senso che hanno manifestazioni di questo genere. Davvero si crede che con scritte sui muri si possa modificare il pensiero di qualcuno? Secondo me i canali di comunicazione dovrebbero essere altri, più pacati, più votati al confronto, più rispettosi e civili. In ultimo ti faccio notare che nell’articolo non si parla di vietare le manifestazioni, ma si è alla ricerca di soluzioni per tutelare, oltre alla libertà d’opinione di chi manifesta, anche l’altrui.
Mi sembra un ragionamento pretestuoso. Io non c’ero, non lo so e non mi interessa. Se ne occuperà semmai il tribunale di stabilire queste cose. A livello penale ciascuno viene condannato per i reati che commette, non per quelli commessi da altri. Certo, c’è il concorso se vogliamo, tra l’altro adesso viene usato anche quello “morale”.
Le leggi per punire ci sono e nel caso dei manifestanti vengono anche applicate, ma la caparra preventiva per dei danni non ancora commessi e di cui non si sa chi potrebbe essere resposabile è una cosa senza senso. Va anche oltre la logica “repressiva”. La libertà di manifestare è messa sì in discussione, perché il caro precario che hai citato e che farebbe bene a darsi una svegliata per far rispettare il contratto che ha firmato poi la manifestazione non la può fare, perché certo non si può permettere una polizza fideiussoria per un corteo! La libertà di manifestare sarebbe condizionata da ulteriori passaggi burocratici, sarebbe limitata probabilmente da preavvisi più lunghi, sarebbe permessa solo a chi si può permettere di pagare la caparra. La libertà di manifestare è la libertà di tutti, non è solo la libertà di chi manifesta.
È come per i limitatori di velocità: per colpa di un paio di coglioni, ci rimettono le sospensioni di tutti.
Sbagliato. La responsabilità se la deve prendere chi vieta. Coglioni o no, non sarebbe colpa di chi ha manifestato, ma di chi sceglie quella soluzione.