La Biblioteca Andrea Fisoni del circolo Agorà, presenta oggi, giovedì 8 maggio, No Tav: colpevoli di esistere. Verso la manifestazione del 10 maggio a Torino.
Alle ore 17 presentazione del libro Le magnifiche sorti e progressive. Viaggio a bassa velocità nel progetto Tav della Val Susa a cura di Luciano Celi (Lu.Ce. Edizioni, 2012).
Introduce Maria Pia De Salvo (Biblioteca Andrea Fisoni),
saranno presenti:
Luciano Celi, autore del libro
Antonio Ginetti, Guido Fissone, Claudio Giorno – Attivisti del Movimento No TAV
Alle 20 cena di sottoscrizione in favore dei militanti No TAV inquisti
Antipasto: insalata greca – piatto Unico : Pasticco di carne con crosta di patate, Ratatuia
Pasticco di lenticchie con crosta di patate, Ratatuia – Dolce: Crumble di frutta fresca con crema pasticcera
Per prenotare: 050500442 oppure 3384014989
Iniziativa promossa dalla Biblioteca Andrea Frisoni del circolo agorà, in collaborazione con Ross@ Pisa e Lu.Ce. Edizioni
La bibliografia sulla questione Tav della Val Susa non è ancora folta. Commenti e testimonianze di varia sostanza si sono finora affidati prevalentemente ad autori ed editori locali. L’ampliarsi del numero di italiani che hanno cominciato ad interessarsi dell’annoso problema corrisponde alla graduale condivisione di interesse dell’opinione pubblica sia sui fatti della Valle che sulle tematiche dei beni comuni. Il merito di aver diffuso contenuti e messaggi della lotta al Tav è certamente del movimento popolare che conduce con tenacia e intelligenza l’opposizione alla peggiore e più grande delle Grandi Opere ma è anche frutto del sacrificio dei singoli che alimentano quell’opposizione con atti dimostrativi dettati da rabbia, tenacia, determinazione. L’ultimo, il più clamoroso, quello di Luca Abbà, giovane agricoltore dell’alta Valle caduto da un traliccio dell’alta tensione il 25 febbraio scorso su cui si era arrampicato per protesta contro gli espropri illegali di terra. Luca è il protagonista del libro, anzi ne doveva essere l’autore e completarlo. I suoi appunti e le sue riflessioni sono state raccolte da Luciano Celi, ricercatore CNR e neo-editore interessato ai rivolgimenti sociali dei nostri tempi, ed intrecciate ad altre testimonianze valsusine sotto un titolo di buon auspicio di ispirazione leopardiana.
Gli interpellati affrontano nella prima parte domande che aiutano a raccontare, a spiegare a chi legge il senso di una lotta tanto coinvolgente, ed a riflettere sugli esiti personali e politici di tale esperienza. Colpisce la pluralità delle provenienze: chi, come Luca, arriva alla critica del Tav ed all’impegno tramite un percorso di pura pratica sociale, chi tramite un’istintiva diffidenza di natura esistenziale, chi per diffidenza verso qualcosa di troppo grande per essere controllato, chi tramite riconfigurazioni di precedenti analisi teoriche di lunga scuola politica o altre mille strade ancora della fede o della coscienza. Una pluralità del sentire che ben si addice alle apparenti incongruenze e alle dinamiche di un movimento difficile da interpretare, anche dalla controparte, difficile da governare se non da regole non scritte ma fortemente condivise che tutti sentono proprie in nome di uno scopo comune. Luca stesso, nel suo essere agricoltore, ambientalista (bellissimi i suoi riferimenti alla Madre Terra) e militante politico è solo uno dei tanti attori in quel movimento, ne rappresenta solo una delle tante anime in costante dialettica reciproca e con la dura realtà dell’occupazione militare. Altri approcci sono testimoniati in una seconda parte con Claudio Giorno che del movimento racconta la genesi, con l’invettiva sanguigna del miglior Giorgio Bocca, con la lucida radicalità del Collettivo Lavanda. A tutto questo il curatore-editore affianca interventi estemporanei in una sorta di Appendice ‘lunga’ su argomenti tecnici (il legal team, Angelo Tartaglia, Luca Pardi), filosofici (per il No al Tav si scomoda persino Kant), costituzionali (Giorgio Giannini), svirgoli letterari (Wu Ming), nonché pura cronaca (Elisa Zorio), un pout pourri che potrà forse sconcertare il lettore ‘esterno’ ma che in realtà rende perfettamente l’idea della complessità, della stranezza, della ricchezza culturale di una comunità che sta trainando l’Italia ‘altra’ verso, speriamo, un futuro migliore e interessante.
Nella vera Appendice infine, c’è un vademecum fondamentale per chi non avesse mai visto l’apposito opuscolo: le 150 ragioni contro la Torino-Lione, redatte da Mario Cavargna.
Il libro non ha prezzo, è ad offerta libera ed i proventi vanno a Luca Abbà per aiutarlo a superare materialmente questa fase critica della vita. Si trova agli eventi No Tav o a richiesta su www.luce-edizioni.it