Centinaia di ragazzi in piazza ieri sera per la Jam Parade indetta per il secondo giorno dall’entrata in vigore dell’ordinanza antialcool. Anche la Questura conferma: “Poche le violazioni riscontrate”
Nessun incidente di percorso, nessuna contestazione tesa, solo tanta giovinezza che pur invitando a scendere in piazza muniti di “strumenti musicali e birre”, si è presentata all’appuntamento con più musica che alcool.
Anche dalla Questura arriva un primo resoconto di questi giorni. In una nota la polizia afferma che l’ordinanza “tende attraverso una incisiva azione di prevenzione a contrastare le illegalità nelle zone del centro interessate dalla movida al fine di ridurre i disagi ai residenti ed i pericoli per i cittadini in particolare i giovani.
Aggiunge che “l’ordinanza in attesa di un protocollo sulla movida pone il divieto di vendita per asporto di bevande in contenitori di vetro e dopo iniziali e inevitabili polemiche pare cominci ad essere accettata e rispettata anche dagli utenti”.
“Nel corso del servizio – si legge – svolto in particolare nei pressi della locale stazione ferroviaria, si è proceduto a denunciare alla locale A.G. i titolari di due mini market, sorpresi a vendere da asporto bevande alcoliche in bottiglie di vetro dopo le ore 22 in violazione alla citata ordinanza. Entrambi i suddetti minimarket altresì verranno segnalati alla locale Guardia di Finanza per aver omesso l’emissione dei relativi scontrini fiscali”.
“Inoltre, sono state identificate n. 7 persone straniere (3 con pregiudizi di nazionalità Bangladesh, Equador e Tunisia) e 3 italiane (1 pregiudicata), e sequestrate n.4 bibite alcoliche in contenitori di vetro”, e si sottolinea: “Pertanto poche e assolutamente tranquillizzanti le violazioni riscontrate anche e soprattutto per la responsabile e attiva collaborazione degli esercizi commerciali”.
Nel frattempo Sinistra Perdal corteo, partito da piazza Santa Caterina, passato lungo le vie del centro e finito in piazza Cavalieri, gli slogan più sdonagati: “Filippeschi offrici da bere”, i tradizionali “La piazza è nostra”, i volantini con l’invito del sindaco agli studenti “a bere birra a casa”, e la richiesta dei manifestanti – Exploit, Sinistra Per – di trovare strade alternative ai divieti.
Scrive Sinistra Per in una nota: “Ancora una volta viene messa nel mirino la popolazione studentesca che frequenta le piazze e le vie del centro. La descrizione a cui abbiamo assistito in questi giorni è una pura criminalizzazione, enfatizzando la situazione come di assoluto degrado, sporcizia e consumo di alcool e sostanze”.
“In realtà questi luoghi, a partire da piazza dei Cavalieri, oggi rappresentano gli ultimi spazi di aggregazione, in una fase storica in cui, non solo la cultura e il sapere non rappresentano più settori in cui investire, ma anche in cui gli spazi di aggregazione diminuiscono ogni giorno. Esempi emblematici sono il Parco della Cittadella e il Giardino Scotto, difficilmente accessibili o assolutamente inutilizzati per iniziative ludiche e di socialità, la sorte riservata all’ex Colorificio prima e al Distretto 42 poi, senza parlare delle mille difficoltà che si incontrano per ottenere i permessi per un’iniziativa in una piazza del centro”.
E aggiungono: “Intanto si abbandonano a loro stesse le periferie impoverendole ogni giorno e lasciando così come unica strada quella di riversarsi tutti nelle vie del centro perché fuori da lì la città diventa un gigantesco dormitorio dopo le 8 di sera. Crediamo che la soluzione non sia chiudere le strade, mettere coprifuoco, aumentare le volanti o impedire la vendita degli alcoolici ma sia invece quella di rendere Pisa una città che sia prima di tutto luogo d’incontro e di integrazione tra la cittadinanza e la popolazione studentesca, un luogo che riconosca a tutt* i suoi abitanti un pieno diritto alla città”.
Da qui la “ferma richiesta di ritirare immediatamente l’ordinanza antialcool, in quanto repressiva e tutto sommato inutile: come accaduto in passato, le esigenze socio-culturali degli studenti e della componente giovanile non spariranno col proibizionismo, ma semplicemente troveranno un’altra pizza dove riversarsi”.