Michele di mestiere fa l’animatore. Si occupa di cartoni animati, cortometraggi, spot e computer graphics, ed è specializzato nelle lavorazioni in 3D. Ma con i fumetti ha sempre giocato, giacché la passione non gli manca, “e avendo lavorato con tanti disegnatori ho imparato alcuni trucchetti”, come ci racconta lui stesso.
Così, un po’ per sfizio e un po’ per sdrammatizzare il delicato e impegnativissimo momento della gravidanza, quando la sua compagna è rimasta incinta ha deciso di stendere su carta quegli episodi così umani e universali che accompagnano i 9 mesi di tutte le coppie del mondo.
Nasce così Altralinea, il blog che raccoglie le strisce di Michele Andreoli, dai primi mesi della gestazione fino al parto, avvenuto un mese e dieci giorni fa. Michele vive a Pisa e qui ha sede la sua piccola casa di produzione, Coffeelab, che da quasi quattro anni sforna animazioni per ogni età e vanta collaborazioni italiane e internazionali.
“Ho iniziato a disegnare qualche vignetta umoristica della mia vita, come il racconto del colloquio al centro per l’impiego”, racconta ancora Michele, “mentre le strisce dei nove mesi sono nate in modo piuttosto casuale. Ho iniziato con due tavole del primo mese, la cosa è piaciuta anche agli altri ed è andata avanti, con tavole sempre più ricche”.
Un argomento non facile, specie per la compagna, ritratta in un momento molto intimo e per questo però, comune, senza tirarsi indietro ma con un grande senso dell’autoironia: “All’inizio era una po’ perplessa, poi si è divertita, anche perché c’è un margine di fiction: prendo spunto da cose accadute poi nel disegno il racconto prende una piega tutta sua, tra l’immaginario e il reale”.
A tratti solo immaginario, aggiunge, perché non tutta la gravidanza è “raccontabile”: “Nel descrivere il parto ad esempio mi sono autocensurato. È inutile negarlo: il parto è una cosa cruenta, indescrivibile sui media, va tramandato oralmente, non si può scrivere”.
Ora che i nove mesi sono conclusi e il bimbo è nato (auguri!), Michele sta rimettendo mano al materiale, per uniformarlo dal punto di vista grafico e dargli una compiutezza finale. “Mi piacerebbe raccontare anche la crescita adesso”, conclude, “cercando di non cadere nel cliché e continuando a divertirmi”, ma si sa, ora viene il bello: “Chissà se troverò il tempo…”