Con un ricorso al Tribunale di Firenze si cerca di fermare la vendita delle quote. Gli analisti ribadiscono che l’offerta degli argentini è bassa e non congrua, l’Assemblea del Patto di sindacato di SAT resta unito
Carte bollate sempre più pesanti quelle che in queste ore volano da un capoluogo all’altro, Pisa e Firenze ovviamente, con al centro le quote di SAT detenute dalla Regione Toscana. Da Pisa si lavora su più fronti e il primo è quello giudiziario. Il Comune ha infatti presentato un ricorso al Tribunale di sezione imprese del tribunale di Firenze per ottenere il sequestro urgente delle quote della società di gestione dell’aeroporto di Pisa, Sat, in possesso della Regione Toscana (sono il 16,90% del capitale azionario) affinché non siano messe in vendita.
In subordine il ricorso – firmato come legale rappresentante dal sindaco Marco Filippeschi – chiede al tribunale un provvedimento in cui ingiunga alla Regione di non vendere le quote, ciò in rispetto dei patti parasociali di Sat, che sono in essere fino al luglio 2016, e che, ritiene il ricorrente, verrebbero altrimenti violati dalla Regione con la vendita delle sue azioni.
Il ricorso, presentato dagli avvocati Antonio Marcello Calamia e Susanna Caponi di Pisa alla cancelleria del tribunale, è stato assegnato al giudice Ludovico Delle Vergini. Già oggi lo stesso giudice dovrebbe prenderne visione e, in teoria, potrebbe già decidere senza sentire le parti, oppure, se si renderà necessario, potrebbe convocarle ‘ad horas’. Data la natura del ricorso, la decisione deve essere fatta entro breve tempo. La presentazione del ricorso è già stata comunicata alla Consob.
Il secondo fronte è quello del mercato. A conferma che l’irrigidimento dei soci pubblici pisani contro l’Opa argentina è fondato, ieri la Moores Rowland Bompani, società incaricata alla valutazione dell’offerta ha ribadito tramite una nota dell’analista partner Simone Sartini che questa non è al momento vantaggiosa per lo scalo pisano.
In ordine al profilo strategico, in sostanza l’advisor afferma che ADF nel masterplan ha mantenuto un’ambiguità evidente sui piani di sviluppo per i due aeroporti, tutta a vantaggio della pista da 2.400 metri per Peretola, indicata come la “soluzione migliore”.
E anche in ordine al rilancio economico, con quell’aumento indigesto e insufficiente dell’offerta per azione a 14,22 euro, “riteniamo che lo stesso non sia congruo”, dicono gli analisti, “per i motivi già ampiamente richiamati nella comfort letter del 6 maggio 2014”. Documento nel quale si confronta il prezzo offerto con quello per l’OPA su Firenze, da cui risulta una stima per singola azione SAT di 22,15 euro.
Il confronto sul prezzo è stato basato, aggiunge la Moores, “sui book value correnti (basati sui dati consolidatati del bilancio 31.12.2013) e prospettici (basati sui dati del business plan delle due società)”, dati che portano “il valore delle azioni SAT rispettivamente a 18,49 € ed a 20,89 €”. Ricorda inoltre la posizione dell’analista di Banca IMI, Luca Bacoccoli in merito ai risultati 2013 della SAT, “nelle quali si fissa in 18,90 € ad azione il target price per il titolo SAT”.
Pertanto, conclude Sartini “sulla base della forbice di prezzo individuata nella nostra precedente relazione, oscillante da un minino di 15,78 € ad azione, ad un massimo di 18,49 € riteniamo che il rilancio proposto dall’offerente fino a 14,22 € azione non sia ancora sufficiente a far ritenere congrua tale offerta”.
Il terzo fronte è quello istituzionale, con la riconferma, sempre di ieri, dell’Assemblea del Patto di Sindacato della propria contrarietà all’Opa, sulla scia del no espresso dal CdA di SAT. I soci, si legge in una nota, ritengono “con voto unanime che non vi siano elementi sufficienti perché, allo stato degli atti, si possa modificare il suo giudizio e quello operato dal CdA dell’Emittente. L’Assemblea riconferma l’iniziativa già rivolta dal Patto all’Offerente per giungere ad un governo condiviso della società”.