di Giuliano Fontani
Una piccola rivoluzione. È quella che stanno mettendo in atto i tifosi del Pisa, una vera e propria rivolta contro la gestione del presidente Carlo Battini. Su Facebook spopola l’appello “Comprate il Pisa”, quasi tremila “mi piace” nel giro di poche ore, un tentativo di azionariato popolare probabilmente destinato a rimanere una semplice manifestazione di protesta.
Il dissenso, dapprima strisciante, è divenuto clamoroso alla luce degli ultimi avvenimenti. L’eliminazione dai play off all’ultimo minuto della semifinale di Frosinone, il sogno della serie B che svanisce, ma peggio ancora la certezza che il presente e il futuro non riservano niente di positivo.
Dei 23 calciatori di questa stagione ben 19 partiranno. Molti, i migliori Goldaniga, Provedel, Kosnic, Bollino, Sampietro per fare qualche nome) sono in prestito e torneranno alle società di appartenenza, altri sono in scadenza di contratto (il 30 giugno) e di quattro che rimangono un paio hanno già fatto sapere di voler andare via. Tutta colpa di una gestione sparagnina, senza alcun investimento né a medio né a lunga scadenza, uno stadio che cede sotto i colpi della vecchiaia, un terreno di gioco trasformato in un campo di patate, il settore giovanile ceduto al Fornacette, il direttore generale Fabrizio Lucchesi che proprio oggi si è congedato dalla città incontrando un gruppo di giornalisti.
Lucchesi se ne è andato signorilmente, senza sbattere la porta ma senza nascondere il suo dissenso: “Non si può far uscire il sangue dalle rape” ha detto con una battuta che è la sintesi della gestione di Battini. Lucchesi, in questi due anni, è stato la risorsa di riserva: con un budget limitato ha portato fior di giovani calciatori, che in qualche caso avevano anche l’ingaggio pagato dalla società di appartenenza e che fruttavano premi di valorizzazione e incentivi federali.. Ma Lucchesi da ieri non c’è più.
In questo contesto l’hashtag dei tifosi perché qualcuno compri il Pisa, la lettera aperta dei sostenitori della curva nord che suona come un invito a passare la mano. I risultati sportivi conseguiti nelle ultime due stagioni sono abbastanza buoni, una finale di Coppa Italia, due play per tentare la serie B, ma con la convinzione che di più la squadra non poteva fare e soprattutto che quei risultati erano frutti della casualità e non della programmazione.
I tifosi invece vogliono un club che pianifichi la scalata al campionato cadetto, che faccia investimenti pari alle aspettative e agli incassi dell’Arena Garibaldi. Battini sta alla finestra, spera di vendere al prezzo che ha in mente, senza sconti, si dice disposto ad andare avanti da solo, meglio se con l’aiuto di qualche socio di minoranza, che però finora non ha trovato. E ha già detto di non avere in mente di cambiare marcia. Fino a qualche mese fa non era assolutamente intenzionato a passare la mano, tanto da “sparare” ai possibili acquirenti cifre da capogiro, oltre 4 milioni di euro, a fronte di un patrimonio inesistente, tranne il titolo sportivo che si basa sulla passione dei suoi tifosi. Quanto è costato il Bari, per fare un esempio, che porta allo stadio trentamila spettatori e lotta per la serie A.
Si sono avvicinati alcuni gruppi a dir poco discutibili, l’ultimo in ordine di tempo è quello di un gruppo di costruttori edili aretini, guidati da un personaggio che ha alle spalle un arresto per bancarotta. L’unica opzione seria è quella della Terravision, società leader nel settore dei trasporti aeroportuali. Ma le stime di Terravision si fermano all’incirca a un milione di euro. Una proposta di acquisto che è già nelle mani del sindaco Filippeschi e che la società romana è pronta a rilanciare nei prossimi giorni.
Per i tifosi del Pisa si profila l’ennesimo giugno di fuoco e di passione. Altri gruppi stanno lavorando ad alcune iniziative clamorose. La pressione su Battini aumenta, in una guerra di nervi che si preannuncia molto combattuta.
