La conferenza dei servizi ha dato il via libera al raduno scout dell’Agesci al Parco di San Rossore, previsto per il prossimo agosto. Non sono ancora stati resi noti i dettagli del progetto approvato dagli enti, che verranno illustrati in una conferenza stampa nei prossimi giorni, ma il via libera è ormai certo. Intanto continuano le prese di posizione contrarie all’evento all’interno del Parco. Il gruppo di studiosi che nei mesi scorsi ha lanciato un appello sulla vicenda, ha scritto all’Unesco organizzazione che sin dal 2004 ha annoverato il parco tra le Riserve della Biosfera, riconoscendolo come patrimonio mondiale della salvaguardia ambientale con il nome di Selva Pisana.
“Il ricorso all’UNESCO è motivato dal fatto che consideriamo devastante da un punto di vista ambientale la decisione (confermata dalla conferenza dei servizi) di collocare all’interno di un territorio così pregevole e fragile il mega raduno di 35.000 scout”, scrivono in una lettera Fabio Garbari, Alessandro Spinelli e Mauro Nozzolini, a cui allegano studi di incidenza, planimetrie e appelli.
Anche Legambiente torna nuovamente sulla questione, riservandosi di commentare in modo più specifico una volta presa visione dell’esito della conferenza dei servizi, con un intervento che pubblichiamo di seguito.
La sostenibilità si perde quando 32.000 ospiti, per quanto sensibili ai valori della natura come gli scout, si concentrano per alcuni giorni in un luogo delicato e sensibile come la tenuta di San Rossore. Per alcuni mesi avremo la presenza di un cantiere esteso su 70 ettari, per cinque giorni 1400 WC chimici, decine di palchi, una tensio-pagoda per 500 posti, 8 tir al giorno per portare i pasti, più quelli necessari a gestire i servizi igienici. E non dimentichiamo l’acqua: 40.000 litri ogni ora.
Né sono mancate le denunce dei pericoli per l’ambiente e le richieste di spostare l’evento. Pensiamo all’appello sottoscritto da Alessandro Spinelli, FabioGarbari, Fulco Pratesi, Salvatore Settis, Adriano Prosperi. O alla prese di posizione della LIPU e del Centro Studi sugli Aracnidi che temono che i lavori di preparazione e il campo mettano in serio pericolo la sopravvivenza di importanti specie animali. La Giunta Regionale Toscana ha sottovalutato il ruolo delle aree protette nella conservazione della natura a favore di una visione che favorisce l’utilizzo di questi contesti come sfondo e vetrina per eventi di pubbliche relazioni.
La Giunta Regionale ha preso la decisione e poi ha chiamato il Parco ad eseguirla, tanto che solo di recente si è concluso l’iter di approvazione della Conferenza dei Servizi, che ha varato il progetto. Non piace che la decisione di accogliere l’evento e di localizzarlo a San Rossore abbia di fatto preceduto e non seguito, come la logica e la norma prevedono, la valutazione degli organi tecnici del Parco sugli studi di incidenza sull’ambiente.
Mentre aspettiamo di conoscere nel dettaglio i risultati della Conferenza, manteniamo la nostre contrarietà e preoccupazioni. Ad esempio ancora non sappiamo il destino delle acque “grigie”: in un fosso del Parco o saranno portate alla depurazione, come chiediamo? Né convince la compensazione economica richiesta, anche perché presuppone che il valore della conservazione della natura sia sempre e comunque monetizzabile.
La conoscenza della sforzo degli organi tecnici del Parco per ridurre i danni e il senso di responsabilità degli scout non possono far dimenticare che il carico ambientale sarà eccessivo e la scelte preoccupanti per i futuri utilizzi di San Rossore.