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Anche il PD decide di vendere il Galilei. È strappo nel partito

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Sostegno alla scelta della Regione di vendere le quote di SAT e apertura a Corporacion America in quanto investitore privato capace di attuare l’integrazione fra Pisa e Firenze, per scalzare la concorrenza di Bologna e fare di quello toscano il terzo scalo per rilevanza nazionale.

Questa la posizione della direzione regionale del PD che si è riunita sabato e ha votato un documento proposto dal segretario Dario Parrini ma di fatto scritto dal responsabile infrastrutture Carmine Zappacosta, che ha incassato 79 sì, 23 no; 102 gli assenti in direzione sul totale di 207 componenti.

Un documento a piena firma renziana, che non ha raccolto le indicazioni chieste dagli esponenti pisani, che punta a dare delle garanzie sullo sviluppo di Peretola, ma di fatto dà una spinta vigorosa alla privatizzazione del Galilei. Con questo documento è consumato lo strappo fra le varie componenti del PD non solo a livello regionale, con lo scontento anche della parte pratese e con un isolamento di fatto delle istanze di Pisa, ma anche uno strappo a livello provinciale, a partire dalla scelta di Zappacosta – a lungo consigliere comunale a Pisa – di appoggiare in toto l’orientamento della Regione.

Insieme a Zappacosta, Antonio Mazzeo, anche lui a lungo consigliere a Pisa e ora funzionario regionale di partito, ma anche Giuseppe Forte, Simone Giglioli, il consigliere regionale Ivan Ferrucci. Dall’altra parte c’è la direzione provinciale del PD, Francesco Nocchi, Cristian Pardossi e Consuelo Arrighi, che hanno votato contro il documento insieme al sindaco Marco Filippeschi, al consigliere regionale Pier Paolo Tognocchi e a tutta l’area civatiana, che ha sviluppato un discorso più orientato sulla tutela ambientale. Poi ci sono gli assenti, alcuni rilevanti come gli esponenti pisani Sandra Capuzzi e Federico Gelli, ma anche il capogruppo in consiglio comunale Ferdinando De Negri.

Il documento della contesa esplicita la direzione del partito sulle scelte che riguardano il rapporto tra pubblico e privato: “Non possiamo dare alcuna cittadinanza a letture diffidenti che si basano sul fatto che l’intervento del privato celi una strategia occulta rivolta a ribaltare l’idea di sviluppo dei due scali in maniera sinergica”, si legge, aggiungendo che questa è la direzione che il partito ha scelto già da anni, ponendo “l’attenzione sul ruolo di controllo, regolazione e di indirizzo che il pubblico dovrebbe svolgere lasciando al privato quello della gestione”. Si cita poi il Presidente dell’Anci nazionale, Piero Fassino, in questi ultimi giorni ha richiamato l’argomento lanciando nuovamente l’esigenza di rivedere il ruolo degli Enti Locali nelle proprie partecipazioni auspicando una sensibile riduzione delle proprie quote.

E ancora, nessuna diffidenza verso l’ingresso del privato, considerato “una grande opportunità, non un problema”. “La posta in gioco però – si legge ancora – impone innanzitutto ai nostri rappresentanti nelle Istituzioni il principio che se si accetta di stare nel mondo delle quotate occorre muoversi anche secondo le logiche che questo impone cercando di essere sempre all’altezza nell’interesse dei cittadini di dialogare anche con gli investitori privati e nella convinzione che l’interesse pubblico è la prerogativa fondamentale per la quale si muovono tutti i dirigenti del nostro partito e tutti i nostri rappresentanti istituzionali”.

Ecco quindi la parte sulle “garanzie”, con la “netta convinzione che il giusto equilibrio strutturale del sistema aeroportuale toscano è quello previsto dal PIT e dai vincoli principali in esso contenuti nella versione già adottata, a partire dalla questione dei 2000 m della pista prevista a Peretola e della sua monodirezionalità”, con l’obbiettivo di “uno sviluppo correlato dei due scali che guardi all’obiettivo di 7 milioni di passeggeri per il Galilei e di 4,5 milioni per il Vespucci sempre nel massimo rispetto dei vincoli di impatto ambientale e con l’obiettivo di produrre lavoro”.

C’è dissenso quindi, dal PD provinciale. A poche ore dal voto della direzione il segretario Francesco Nocchi afferma: “Non accolte nostre indicazioni per proseguire sulla positiva esperienza della gestione a maggioranza pubblica e definire un accordo tra tutti i soggetti pubblici ed il Governo, che metta nero su bianco le garanzie che chiediamo”.

“Abbiamo cercato di migliorare un documento che aveva il merito di specificare alcune questioni ma ne lasciava altre assolutamente inevase”, aggiunge. “Abbiamo lamentato il ritardo della discussione, fatta purtroppo con molti atti già compiuti”. Il documento, dice Nocchi, “sorvolava il tema della privatizzazione di Sat con la vendita delle azioni della Regione, fatta adesso e in questo modo: cioè senza accordo con gli altri soci pubblici dal Patto di sindacato di Sat e senza una discussione in Consiglio regionale. Abbiamo anche sottolineato come in vigenza del Master Plan di Adf, del documento su cui è stata lanciata l’Opa, e delle dichiarazioni di Naldi e Nencini: dire, come si fa nel documento, che l’approvazione del Pit con la pista di Firenze a 2mila metri monodirezionale e senza pista di rullaggio, bastava a rassicurare chi come noi ritiene che questa operazione porti ad una cannibalizzazione dell’aeroporto di Pisa, non è a nostro avviso vero”.

“Abbiamo proposto – dice ancora – su questa base, di confermare atti di programmazione regionale e patti vigenti e di soprassedere alla vendita delle azioni. Anche perché privatizzando ci priviamo della possibilità di controllare che tutti gli atti della società siano coerenti con quanto si dice. Abbiamo chiesto di approvare il Pit nella forma detta anche nel documento e poi di definire un accordo tra tutti i soggetti pubblici ed il Governo, che metta nero su bianco le garanzie che chiediamo e che formalmente tutti dicono esserci. Queste indicazioni non sono state accolte”.

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Pubblicato il: 3 giugno 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Politica

Visto da: 1667 persone

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Una risposta a: Anche il PD decide di vendere il Galilei. È strappo nel partito

  1. avatar Francesco scrive:

    che belli gli ex alfieri della sinistra interna ora diventati super-renziani e privatizzatori…
    ma il top sono i 102 assenti su 207 aventi diritto, per la serie “le sedi collegiali di discussione nel nostro partito sono importanti perdavvero”

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