Dai 15 ai 40, ma spicca anche qualcuno più piccolo che non supera il metro e mezzo di altezza. In questo arco di età si trovano gran parte degli skaters pisani, legati al culto laico della tavola e di quelle ruote mobili e scattanti che portano dappertutto.
Incontriamo Francesco e Gianni dopo la terza edizione del Go Skateboarding Day, la festa che celebra questo sport geneticamente urbano in tutto il mondo, il 21 giugno, dandosi appuntamento per scoprire come muoversi diversamente fra scalinate, panchine, muretti e quant’altro possano offrire i livelli di una città. A Pisa il ritrovo, indetto dal gruppo Nameless Skateboard è stato di fronte al murales di Keith Haring, tavole alla mano, per le oltre 40 persone dai 15 ai 40 appunto, provenienti da Pisa, Pontedera, Viareggio e Livorno.
“GO skateboarding day è un evento nato da una casa produttrice di tavole e materiali da skate, la Emerica – spiega Gianni – che l’ha lanciata nel 2004. Poi hanno cominciato ad aderire diverse città e oggi, dopo 10 anni, è un evento mondiale che coinvolge milioni di skaters in tutto il mondo”. L’obbiettivo è quello di scoprire la città da un altro punto di vista, senza regole né competizioni: solo migliorarsi, diversirsi, e se occorre, tirar fuori la diplomazia con le forze dell’ordine sempre pronte a controllare cosa accade nelle strade.
Nessun incidente di percorso per la giornata pisana, partita appunto da Piazza Vittorio per passare da Corso Italia, Borgo Stretto, Largo Ciro Menotti, via Battisti, Palazzo dei Congressi e che si è conclusa alla Bowl di via De Ruggero, a Cisanello. Una struttura nata nel 2008, non senza difficoltà, per rispondere alla domanda di uno spazio simile avanzata dalla comunità di skaters pisani.
Ci racconta Francesco: “Ricordo che ci volle molto tempo per completare l’opera, e per quasi un anno la pista era praticamente finita ma con il cantiere aperto”. Poi l’impianto è stato inaugurato, e dopo qualche incomprensione tra gruppi e interessi diversi per la gestione dello spazio, ha trovato un suo equilibrio con l’attenzione degli skaters che tengono la pista pulita e lo spazio vissuto: “Siamo molto fieri della pista, che è una delle più belle d’Italia perché pensata appositamente per lo skate”, dice ancora Francesco.
Che solleva però anche i problemi che la pista sta vivendo: “Ci capita spessissimo di dover togliere bottiglie rotte, immondizia e carrelli della spesa dalla pista. Questo perché con il cancello rotto e senza luce chiunque può entrar dentro di notte e farvi ciò che vuole”. E la luce infatti è il principale tasto dolente per la Bowl di via De Ruggero.
Per l’impianto di illuminazione nel 2009 sono stati spesi 50.000 euro, ma essendo il cancello rotto e la recinzione squarciata in più punti, negli anni passati è stato aperto il casottino che conteneva il quadro elettrico e il generatore, che sono stati rubati. Il casottino è rimasto quindi all’abbandono, diventando un punto di spaccio e bivacco più volte denunciato dagli stessi skaters.
Sia l’anno scorso che quest’anno il Comune ha impegnato delle risorse per la fornitura di energia: 1.000 euro per il 2013 e circa 600 euro per quest’anno, il tutto a partire dalla considerazione, si legge negli atti, che l’impianto è stato “a suo tempo progettato e realizzato dal Comune di Pisa per consentire l’uso anche in ore serali”. Ad oggi però la pista non è illuminata, cosa che impedisce di vivere quello spazio dopo il tramonto: “Al posto nostro, che facciamo sport a viso aperto e in modo pulito, compaiono altri personaggi che invece preferiscono il buio. Soprattutto d’estate per noi si tratta di una limitazione grossa: fino al tardo pomeriggio non è infatti possibile skatare perché fa troppo caldo, e quando cala il sole diventa pericoloso usare la pista, perché l’ombra proiettata sulle curve confonde il perimetro e ne rende impossibile l’utilizzo”.
La richiesta è quindi chiara: il ripristino dell’illuminazione per consentire un migliore uso dello spazio. L’impianto rientra inoltre nell’elenco delle strutture sportive che il Comune ha deciso di affidare tramite bando, ma per il momento nulla si sta muovendo in tal senso. Vige infatti l’autogestione da parte degli skaters, che intanto preannunciano iniziative “per sensibilizzare gli abitanti del quartiere sul fatto che la nostra presenza rende questo spazio sicuro e vissuto, sul fatto che noi usiamo lo skate e ci divertiamo in questo modo, e non siamo quindi noi il problema di sicurezza o di decoro, anzi.”