Più informazione, più regole certificate, più opportunità di formazione professionale specifica per l’area del “lavoro di cura” svolto da coloro – in prevalenza donne; e con un’alta percentuale straniera – che si occupano di assistenza alle persone.
Giunge a una nuova, e importante, tappa operativa il cosiddetto “Progetto Badanti”, il cui obiettivo (sancito fin dal 2008 in una serie di 6 protocolli territoriali ed esteso a livello toscano con un programma regionale avviato nel 2011, per essere poi sviluppato mediante un’intesa applicativa del 2012 e un ulteriore accordo locale del 2013) è quello di portare l’insieme di prestazioni definite appunto come “attività di cura”, ancor oggi non di rado svolte al di fuori dei canali formali, ad assumere invece le caratteristiche di un sistema organizzato. Il tutto a partire da meccanismi disciplinati di acquisizione di competenze, di selezione e assunzione, con l’intento di garantire maggiori certezze a tutti: lavoratori e datori di lavoro.
In tale ottica, i promotori dell’ultimo protocollo firmato in ordine di tempo, quello del 2013 (ovvero Provincia di Pisa; Comuni, Unioni Comunali e Società della Salute di Valdera e Alta Valdicecina; Asl 5 e Forum territoriale del Terzo Settore) avevano previsto anche l’individuazione, tramite bando pubblico, di un soggetto al quale affidare tutta una serie di funzioni, a integrazione di quelle, già svolte dalle realtà istituzionali aderenti al progetto, ovvero informazione, incrocio domanda-offerta d’occupazione, qualificazione degli addetti.
L’entrata in campo del nuovo soggetto partner – un cartello formato da Patronato Acli e Caritas Diocesana, le cooperative pisane Aforisma e Il Cammino, e l’agenzia Igea Srl – consentirà di aumentare, spiega l’assessore provinciale Anna Romei, “la capacità di raggiungere la popolazione interessata ai servizi d’assistenza alla persona, fornendo indicazioni corrette e accompagnamento nei percorsi di accreditamento e inserimento al lavoro”.
Queste, nel dettaglio, alcune delle azioni che verranno messe in atto: realizzazione e diffusione di materiale informativo; attivazione di un apposito canale web e di un numero verde; avvio di cicli di adeguamento delle competenze degli operatori.
E ancora, l’estensione della rete territoriale di sportelli al pubblico, già a disposizione nel fornire supporto in termini di: delucidazioni sui rapporti di lavoro, analisi sia dei fabbisogni delle famiglie, sia delle competenze professionali degli addetti, opera di preselezione e incrocio domanda offerta di lavoro.
Buti: Circolo Acli, piazza Martiri della libertà, 10.
Calcinaia: Circolo Acli, piazza Carlo Alberto, 15.
Capannoli: Canonica, via Castello, 2.
Castelnuovo Valdicecina: va Giusti, 15.
Fabbrica di Peccioli: Centro Polivalente, via Nuova.
Ghezzano: via Calcesana, 1.
Navacchio: via Tosco Romagnola 1776.
Peccioli: Canonica, piazza del Popolo, 6.
Pisa: via Francesco da Buti, 20.
Perignano: via Gramsci, 59.
Ponsacco: Caritas, via Valdera, 6.
Pontedera: piazza Berlinguer, 1.
Pomarance: Circolo Acli, via Mascagni, 56.
Santa Maria a Monte: Circolo Acli, piazza Vittoria, 12.
Santa Croce: via Ho Chi Min, 28/30.
Serrazzano: Circolo ACLI, via Castello, 14.
Staffoli: sede ex Combattenti, Via Livornese.
Secondo Giacomo Martelli, presidente Acli Provinciale Pisa, “FLAI ha tutte le potenzialità per dare risposte in modo concreto ad un bisogno del territorio molto sentito. L’invecchiamento della popolazione, la composizione mononucleare di tante famiglie, per lo più composte da anziani, e un welfare pubblico che non riesce a coprire in modo soddisfacente i nuovi bisogni, impongono che tutte le risorse sia pubbliche sia private facciano sinergia. Un servizio come questo che organizza, fa incontrare la domanda e l’offerta, forma e tutela sia le famiglie sia le lavoratrici, diviene fondamentale per la sopravvivenza del sistema di cura. Proprio in questi giorni – prosegue Martelli – è stata pubblicata una ricerca, promossa da Acli Colf nazionale e realizzata dall’Istituto di Ricerca IREF “Viaggio nel lavoro di cura” condotto su un campione di 837 lavoratrici , residenti in 117 Comuni Italiani che ci restituisce una fotografia molto preoccupante della situazione economica lavorativa di queste donne. Rispetto sette anni, fa la retribuzione media oraria era di 6 euro l’ora, oggi è di 4, con orari di lavoro lunghissimi, fino a nove ore al giorno, per 7 giorni su 7 e difficoltà a contrattualizzare il rapporto”.
Famiglie e lavoratori interessati possono rivolgersi per avere informazioni al Numero Verde gratuito: 800 17 36 37 (attivo dal 30.6.2014) oppure scrivere a flai@aclipisa.it.