Parte dalla ricerca 2013 del MeS della Scuola Superiore Sant’Anna, che valuta le performance della sanità toscana, l’attacco del presidente Enrico Rossi (che domani sarà a Pisa a presentare il bando di gara per il completamento dell’ospedale di Cisanello) al Pronto Soccorso di Pisa. E i risultati 2013 non dipingono una situazione rosea per la struttura pisana.
Pessima la valutazione sulla performance che registra un indice dello 0,36, contro quello della media toscana di 2,54. Rispetto ai tempi di attesa il giudizio degli utenti è pessimo, così come pessimo è valutato l’indice di cortesia al triage, verso cui è scarsa la fiducia. Migliora la soddisfazione degli utenti rispetto al personale medico che raggiunge una valutazione media, fatta eccezione per il lavoro di squadra che raccoglie un pessimo giudizio. Pessimo anche il giudizio che gli utenti hanno dato sul personale infermieristico a livello di chiarezza, cortesia e fiducia.
Alto rispetto all’obbiettivo Regionale (inferiore al 3,5%) il numero di abbandoni, il 5,16% dei pazienti si allontana spontaneamente dal Pronto Soccorso dopo il triage senza informare il personale.
Intanto l’Aoup si difende dicendo che è consapevole delle difficoltà dovute all’iperafollamento e alla mancanza di personale, contestuale ad una crescita del 5% di tutte le attività del Pronto Soccorso rispetto all’anno scorso.
Sulle critiche puntuali mosse sia dalla Fp-Cgil che dal Nursind la risposta è più evasiva, e chiama in causa direttamente anche le conseguenze del piano sanitario nazionale. Spiega Leonardo Fagiolini della Cgil: “I tagli alla spesa pubblica degli ultimi anni hanno comportato una riduzione dei fondi riservati al personale delle aziende ospedaliere a livello nazionale (-1,4% rispetto a quanto stanziato nel 2004). Questo si traduce in una riduzione degli organici del 10-15%”. Cifre importanti che vengono a mancare al sistema sanitario, e alle quali si può provare ad ovviare, afferma Fagiolini in linea con quanto detto dall’Aoup, “con una riorganizzazione che deve partire dal potenziamento delle piccole strutture e dei medici di famiglia”.
C’è poi il caso specifico dell’azienda ospedaliera pisana e il suo piano delle assunzioni: “Quello presentato per il 2014 è inferiore di 4 volte ai bisogni che abbiamo individuato”, dice ancora il sindacalista. “A questo si aggiunge l’enorme lentezza nel processo delle assunzioni, che deriva soprattutto dalle difficoltà burocratiche legate ai trasferimenti”.
Rincara la dose Daniele Carbocci del NurSind, il sindacato degli infermieri: “Da 3 anni ogni lunedì c’è un briefing della direzione in pronto soccorso per ovviare a questi problemi. Ma le carenze di organico sono dovute soprattutto ai tagli al bilancio della Regione. La Regione Toscana è stata più ‘realista del re’ ed è andata al di là del piano nazionale (relativo ai posti letto per 1000 abitanti, pari a circa 4,1)”.
“La carenza di personale infermieristico e di operatori socio sanitari è un problema datato. Registriamo oltre 100 unità in meno rispetto alle necessità”, dice ancora Carbocci, che motiva questo stato di cose in base a due ragioni: “Il personale infermieristico per l’85% è composto da donne. Questo si traduce in circa 110 infermieri che sono costantemente in gravidanza”. E il secondo motivo per il Nursind è che i capisala “sono la metà rispetto a prima e sono sostituiti da infermieri che hanno già ricoperto ruoli di coordinamento ma che a loro volta non vengono sostituiti”.
E anche andando a vedere nel dettaglio lo stato delle assunzioni per infermieri – tra cui ce ne sono di pianificate ma non deliberate, si evince chiaramente come si procederà soltanto a coprire il turn-over di chi andrà in pensione, ma non ci saranno nuove assunzioni. “Molte assunzioni per rimpiazzare le partenze sono in realtà trasferimenti”, dice Carbocci. “Che fisiologicamente comportano dei ritardi: un’altra azienda può trattenerti anche per 3 mesi prima di ‘lasciarti andare’. Per la prima volta infatti l’azienda ha previsto contratti a tempo determinato di 6 mesi, questo per tappare i buchi derivanti dai ritardi nei trasferimenti”.
Se la dotazione organica dell’Aoup a fine 2013 segnava 1798 infermieri di categoria D, ad oggi quella cifra aumenta fino a 1829 – complessivamente per tutti i reparti – di cui 56 persone a tempo determinato, ma si tratta appunto di sostituzioni di personale che va in pensione quest’anno. In sostanza, conclude il Nursind, “resta invariata la dotazione complessiva, che esprime un rapporto di 1/1 tra medici e infermieri, mentre nel resto del mondo è 1/6”.
quando si inizierà a capire che nei servizi alla persona il numero degli addetti è una variabile fondamentale per la qualità dei servizi erogati, che sulla salute e sulla scuola non si taglia e non si scherza, che si può migliorare la funzionalità dei servizi e la prestazione dei dipendenti investendo in formazione e verifica e non tagliando posti e risorse? dobbiamo sempre arrivare a contare i danni e i morti per renderci conto che siamo andati troppo oltre? il bene comune più prezioso, anche se non produce ricchezza in termini di semplice moneta, è avere un luogo e persone che accolgono chi ha bisogno, lo rassicurano, lo “curano” e lo restituiscono alla società sano e fiducioso, se era malato; cittadino libero, istruito e consapevole, se era una persona in crescita;