Un gruppo di lavoro coordinato dal Ctp 4 si riunirà cercando di mediare le posizioni e trovare una convivenza possibile fra le istanze in campo. Questa la conclusione dell’assemblea all’aperto che si è tenuta ieri in San Marco, nell’area verde con il campo da basket da cui sono stati rimossi i canestri nelle scorse settimane dopo le ripetute lamentele di un gruppo di residenti in zona: troppo rumore e per troppe ore durante la giornata.
Oltre 50 persone sono giunte all’appuntamento, indetto dall’amministrazione comunale presente con il vicesindaco Paolo Ghezzi, insieme all’architetto del Comune Fabio Daole e al presidente del Ctp 4 Giacomo Mazzantini. Un’assemblea franca e partecipata, non risolutiva, alla quale è mancata la presenza di chi il campo lo vive attraverso il gioco, ovvero i cestisti, una parte dei quali probabilmente impegnata nella tre giorni sportiva inaugurata ieri al Cus.
Ad aprire l’assemblea il vicesindaco, che ha illustrato le possibili soluzioni individuate, prima di lasciare la parola alle proposte. “La prima – ha detto Ghezzi – è quella di regolamentare meglio gli orari di utilizzo del campo, migliorando la cartellonistica e cercando di arrivare ad una gestione condivisa sulla base di un patto di comunità. La seconda è quella di recintare solo l’area del basket, che è piuttosto limitata e quindi richiederebbe un recinto proprio a ridosso del perimetro e poco spazio di manovra”.
“La terza – ha proseguito Ghezzi – è quella di completare la recinzione dell’intera area verde, proposta che ci è stata avanzata anche nell’assemblea di dicembre e che potrebbe avere una copertura economica da parte del Comune. In questo caso però, sull’area vigerebbero gli stessi orari degli altri giardini comunali, che prevedono la chiusura serale. Eventuali attività dopo cena – ha aggiunto – si potrebbero concordare con soggetti adatti, quali il Ctp, associazioni o forme organizzate di quartiere”.
La reazione dei presenti è stata varia e con sfumature diverse. Ci sono gli abitanti delle case immediatamente antistanti il campo, che di basket non ne vogliono proprio sapere: “Il posto è sbagliato, vivere con il rumore dei treni e degli aerei è già difficile, se si aggiungono giornate intere di basket diventa un incubo”. Una posizione che riguarda alcune persone anziane, ma anche una famiglia la cui figlia studentessa si dice esasperata dal chiasso: “Mi costringe ad andare a studiare all’università”, ha detto la giovane.
Più morbida l’opinione di molti altri abitanti del quartiere, meno coinvolti dal rumore diretto ma attenti osservatori sia della vita sociale del giardino, che delle alternative offerte ai ragazzi. “Mio figlio non gioca a basket ma molti suoi amici sì. Si ritrovano qui, che oltre ad essere una bella area è anche vicina a casa. Sarebbe ingiusto privarli della possibilità di giocare, ingiusto sopratutto per chi non si può permettere la palestra o lo sport a pagamento”.
Poche le soluzioni tecniche emerse dall’incontro, pensato per ritrovare un terreno di dialogo e avviare una nuova fase. Qualcuno suggerisce l’istallazione di pannelli fonoassorbenti, qualcun’altro di spostare il campo sul lato più esterno del parco. L’ipotesi di regolamentare l’uso con orari stringenti trova il plauso di chi pensa sia possibile, nonché più giusto, “parlare con i ragazzi, interpellarli direttamente e trovare un accordo con loro”.
Edoardo, l’unico cestista presente, concorda con questa linea: “Capisco chi studia e chi ha problemi di salute o di riposo, sono questioni legittime che vanno ascoltate. Credo anch’io che servano regole e verificare che vengano rispettate. Sarebbe un grosso peccato perdere del tutto l’area di gioco”.
Il presidente del Ctp 4 Giacomo Mazzantini ha preso quindi l’impegno a raccogliere i nomi delle persone interessate e costituire un gruppo di lavoro da attivarsi a breve termine. L’obbiettivo è di rimettere i canestri cercando una soluzione condivisa, con la consapevolezza che si tratta di un processo collettivo e quindi ha bisogno dei suoi tempi.
Buongiorno,
ieri sera causa problemi di salute non ero presente alla riunione, anche se mi è stata riportata da chi era presente. Mi permetto di far presente anche al sig.re Librace G. che intorno ai campi da basket che im parte corrisponde alla vecchia Fabbrica dei Pinoli abitano delle famiglie, basta entrare in Via di Piaggetta per rendersene conto, inoltre già la zona è sacrificata per il runore degli aerei e dei treni ora anche il campo da basket , mi sembra a mio avviso un pò troppo.
Spostarlo costa, sacrificare i cittadini e privarli del diritto al riposo no? La Cassazione con con sentenza del 11.07.2012 n. 27625, ha chiarito cosa significa il “reato di disturbo alla quiete pubblica” disciplinato dall’art. 659 del cod. penale. ed in questo caso a parere dei legali interpelati è applicabile.
Saluti
Elisa