Ancora una morte per probabile overdose. Ieri verso le 19, martedì 15 luglio, è stato trovato il corpo senza vita di un uomo di 50 anni, residente a Pisa, vicino ai binari dalla parte della pineta di Migliarino, nei pressi dell’ex passaggio a livello sull’Aurelia, a pochi passi da una casa cantoniera dismessa. Sul posto è intervenuta anche un’ambulanza della Misericordia di Pisa, ma il personale ha solo constatato il decesso.
Questa mattina i carabinieri sono riusciti a risalire all’identità dell’uomo. L’ipotesi più probabile è appunto quella di morte per overdose da cocaina. La zona è nota per essere un punto di spaccio praticamente perenne, nonostante le numerose retate delle forze dell’ordine.
Del ritrovamento del cadavere è stato informato il sostituto procuratore di turno, Paola Rizzo che, dopo l’intervento del medico legale, ha dato il nulla osta alla rimozione della salma che resta a disposizione dell’autorità giudiziaria.
A fine giugno altre due persone erano state trovate senza vita nei pressi della stazione, a causa quella volta di overdose di eroina e negli stessi giorni moriva anche un ragazzo a Torre del Lago. A Firenze la scorsa settimana due uomini di 43 e 23 anni sono morti per la stessa causa, a Prato una notizia analoga a inizio luglio riguardava il decesso di uomo di 50 anni.
Troppe morti per colpa di partite di droga troppo pure o troppo sporche, chissà, al momento c’è un collegamento fra questi decessi. C’è intanto chi, come l’Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori) si domanda se tutto ciò sia solo un fenomeno accidentale o non piuttosto, il risultato di “un servizio sanitario insufficiente”.
“Possiamo solo sperare che l’autorità di polizia individui i trafficanti di morte che hanno immesso nel mercato questa eroina più potente, e riporre altrettanta speranza che questo possa servire a qualche cosa”, afferma ancora, “pur auspicando che le normative in materia di droga cambino radicalmente così come anche impostoci da una recente sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge che ci siamo tenuti per otto anni (la Fini-Giovanardi), non possiamo attendere oltre”.
La proposta dell’Aduc è di costituire dei presidi sanitari per la somministrazione controllata di sostanze, strutture sotto il controllo del servizio sanitario nazionale. “Non si tratta di sostituire la normativa comunale con quella nazionale (che, al momento, non c’è) – spiga Donvito – ma di prendere un’iniziativa, forzando un po’ le norme attuali, così come sta facendo il Comune di Parigi, come ha fatto il Comune di Madrid, quello di Zurigo, di Liverpool e diversi Comuni tedeschi e canadesi”.
Le cosidette “narcosale” appunto, dove le persone tossicodipendenti vengono accolte “in un ambiente sanitariamente protetto e sorvegliato” e dove sopratutto è possibile far analizzare le sostanze, possibilità che evita molti decessi. “Un rimedio che automaticamente salverà alcuni di questi malati?”, di domanda l’Aduc. “Non lo sappiamo, ma sicuramente è una opportunità a cui non dovremmo rinunciare. Un gesto di civiltà sanitaria, giuridica e umana per avvicinare il servizio sanitario a chi ne ha più bisogno”.
C.C.