Le stime dell’Arpat parlano di scarichi non depurati di liquami civili pari a oltre 3000 abitanti, che arrivano nel Fiume portati dal fosso Ozeretto

Morie di pesci e fogna a cielo aperto sul Fiume Morto. Così la denuncia di qualche giorno fa sulla situazione del fiume che nasce alla Gabella e attraversa la piana di Pisa, raccogliendo l’acqua di numerosi fossi campestri, e che va peggiorando a causa della mancata depurazione di alcune zone di Pisa nord e San Giuliano, al punto che l’agenzia regionale per la protezione ambientale non ha avuto remore, appunto, a definirla “fogna a cielo aperto”.

Foto Arpat

Così lo scorso 11 luglio l’ARPAT ha effettuato un’ispezione sul fiume, da cui ha rilevato non tanto l’inquinamento del fiume stesso, quanto quello del fosso Ozeretto, che raccoglie una quantità importante di scarichi civili non depurati e li riversa nel Fiume Morto all’altezza di Madonna dell’Acqua.

Lo comunica la stessa agenzia regionale, spiegando che “l’ispezione ha interessato il tratto del fiume Morto che attraversa la città di Pisa, delimitato da una parte dal ponte su via del Brennero e dall’altra dal ponte di Madonna dell’Acqua (via Pietrasantina – via Ludovico Antonio Muratori)”.

“Il fiume in questo tratto non presentava variazioni significative rispetto agli anni scorsi; non si osservavano morie di pesci, non erano presenti chiazze oleose e schiume”, si legge. “Il bacino del fosso Ozeretto, al quale appartiene anche il quartiere di Porta a Lucca, comprende il territorio posto ad est della linea costituita dal fosso stesso e dal suo prolungamento ideale sino al fiume Arno; tale fosso raccoglie le acque anche di alcune zone del limitrofo comune di San Giuliano Terme”.

“Il censimento di Acque spa degli scarichi urbani diretti nel fosso Ozeretto – scrive ancora ARPAT – evidenzia un carico di liquami piuttosto consistente pari a 1600 abitanti equivalenti (AE). Al fiume Morto arrivano inoltre altri scarichi non depurati pari a 1700 abitanti equivalenti per un totale di 3300 abitanti equivalenti di reflui non depurati”.

A questo si aggiunge lo scarico del depuratore di San Jacopo ed il suo bypass, che Arpat dice di essere “sovente in funzione. In pratica – sottolinea l’agenzia – gli scarichi non depurati della zona di Pisa Nord sono convogliati nel fiume Morto, che di fatto da quella confluenza diventa una fogna a cielo aperto”. Infatti Arpat aggiunge che a causa di questa immissione, “considerato che il fosso Ozeretto è fortemente inquinato, durante l’ispezione si osservava un considerevole degrado dell’acqua del fiume Morto; nell’acqua aumentava significativamente la presenza di solidi sospesi e appariva più torbida e scura”.

Foto Arpat

Il bypass è un sistema che consente nelle fognature miste, quando piove forte, di non fare entrare nell’impianto di depurazione tutta l’acqua eccedente. Ma Acque Spa nega che sia stato aperto frequentemente. Dice infatti l’ing. Roberto Salvadori di Acque spa: “Lo scarico diretto c’è ed è innegabile, anche se adottiamo degli interventi per recuperare una parte dei liquami non depurati e riportarli in depurazione”, afferma. “Per quanto riguarda l’apertura del bypass invece, quel ‘sovente’ usato da Arpat ci sembra un po’ vago e poco ortodosso: da inizio dell’anno ad oggi è stato aperto 5 volte, l’ultima ieri (martedì 22 luglio, ndr), e in ogni caso abbiamo sempre avvisato l’Arpat. Comunque – aggiunge Salvadori – l’attivazione del bypass non incide sulla qualità ambientale dell’Ozeretto, mentre gli scarichi diretti sì”.

“Acque SpA – comunica poi l’azienda – è comunque impegnata nell’estendere la copertura del servizio di depurazione in questa zona così come è stato fatto in altre zone come a La Vettola e a Tirrenia. Nello specifico dell’area in oggetto sono già state predisposte la progettazione di numerose infrastrutture e la preliminare realizzazione di uno sfioratore nei pressi di via Nenni a Pisa”.