Una giornata di mobilitazione nazionale che ha toccato anche Pisa quella di sabato, indetta a sostegno dei 24 facchini licenziati a Piacenza, dove lavoravano come esternalizzati per Ikea. A darsi appuntamento davanti al megastore ai Navicelli i Cobas, lavoratori, precari, disoccupati, i rappresentanti del Newroz, in presidio per chiedere il reintegro dei lavoratori piacentini.
Sotto accusa lo sfruttamento dei lavoratori, in maggioranza di origine straniera, impiegati nel settore della logistica.
“Da anni – scrivono i Cobas – il settore della logistica è attraversato da importanti cicli di lotta per vedere rispettati i più elementari diritti. Nei magazzini di Piacenza e di tutta Italia vige un vero e proprio sistema di sfruttamento della forza-lavoro, dominato da un sistema di cooperative in appalto e subappalto che impongono ritmi e carichi di lavoro impossibili, senza alcuna garanzia normativa e contrattuale per i lavoratori. La determinazione e la compattezza dei lavoratori della logistica sono riuscite a strappare in più di un occasione condizioni lavorative dignitose. All’Ikea di Piacenza però lo scorso maggio è partita una vera e propria controffensiva padronale, che ha portato al licenziamento di 24 facchini tra i più combattivi e sindacalizzati”.
Momenti di tensione sabato si sono avuti davanti al deposito centrale Ikea di Piacenza: un centinaio di manifestanti ha impedito l’accesso al lavoro ai dipendenti, mentre il servizio d’ordine diretto dalla questura di Piacenza ha cercato di contenere la protesta: due Carabinieri e una ragazza colpita da una manganellata sono stati condotti al pronto soccorso, ma nessuno si trova in gravi condizioni.