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“In.. Aria”. Il Castello Errante di Lari chiude il Collinarea 2014

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Un piccolo sassolino, un aeroplanino di carta con stampato uno strano ammonimento, una piccola coccarda verde: questo è tutto quello che di materiale rimane a molti degli spettatori e delle spettatrici della serata conclusiva del Collinarea 2014, “InArea”, o sarebbe meglio dire “In Aria”, viste le ambizioni celesti della rappresentazione che ha coinvolto tutto il paese di Lari e in particolare il suo maestoso castello.

A partire da un’idea di Sabino Civillieri e Emanuela Lo Sicco, oltre dieci compagnie – Civillieri/Lo Sicco, Teatro dei Venti, Carrozzeria Orfeo, Leviedelfool, Ammonia Danza Corrosiva, Ordine Sparso, Uthopia/Ciro Masella, Neapolis, Teatro delle Bambole, Scenica Frammenti –  hanno messo a disposizione i loro talenti, oltre cinquanta artisti tra trampolieri, attori, acrobati e danzatori per tentare il sogno del volo del castello, liberamente ispirato a “Il castello errante di Howl” di Hayao Miyazaki.

All’ingresso ogni partecipante alla serata ha ricevuto una coccarda, poteva capitare blu, rossa, bianca o verde (proprio come il pomello della porta di Howl) e grazie ad alcune coppie di banditori, veniva annunciato il “concentramento”: alle 22:30 nella piazza principale ognuno si sarebbe dovuto radunare in silenzio “per il discorso del leader”.

Allo scoccare della mezza, dal balcone della piazza ecco affacciarsi il capo-popolo, eccolo enunciare la sua aperta dichiarazione di guerra al volo: “Non volare.. e non voleremo!”.

I suoi sottoposti invitano tutto il pubblico a porgere l’orecchio al mirabile condottiero, tanti di loro si avvicinano alle orecchie degli astanti per sussurrare la loro devozione e cercando di contaminare la folla. Dal castello però non esita a emergere la voce del dissenso, della rappresaglia contro i dettami del potere costituito: c’è qualcuno che si opporrà fermamente alle catene imposte dal dittatore, c’è chi lavorerà duramente per far volare il castello.

 

 

Comincia così un itinerario teatrale attorno all’edificio, ciascun banditore accompagna i diversi gruppi divisi per colori, mentre si palesa Sophie, protagonista del cartone di Miyazaki, intenta a ballare con Testa di Rapa, lo spaventapasseri animato. All’inizio della scalinata un gruppo di individui in impermeabile giallo si lanciano e si bloccano, si allacciano in abbracci e sbattono contro le mura, in una danza a metà strada tra il circense e il surreale.

Assistiamo poi al volo del monito, decine di aeroplanini di carta che recitano tutti lo stesso avviso, “restate con i piedi per terra”; poco più avanti una schiera di laboriosi operai sta animando la “Sala Maghine” raccogliendo tra il pubblico un sorriso, una dichiarazione d’amore, un morso dato ad una mela, tutto ciò che occorre per dare fiato al grande marchingegno del volo. Dall’officina, rombante di tonfi, scricchiolii e ruggiti, escono tantissimi bambini a dare notizia dell’innescarsi del meccanismo, dell’agitazione della macchina.

Nella piazza del teatro i sudditi del leader ci regalano qualche immagine della loro superba vita nel regno, in cui si può piangere solo una volta l’anno, quando il padrone regala le lacrime, in cui il dittatore sceglie chi può cibarsi delle ciliegie dell’albero che tutti curano, in cui non esistono i sentimenti. Ci vengono consegnati dei piccoli sassi, dicono che ci aiuteranno a tenere i dannati piedi per terra.

Tornati in piazza, ecco che vediamo prender vita il meccanismo stesso, ecco le danzatrici che si rotolano sugli pneumatici, che si inseguono e riprendono, che agitano gli ombrelli: l’ingranaggio, scomposto in ogni sua componente, si mostra al pubblico e si attiva per il grande sforzo del volo.

Veniamo infine condotti fino in cima al castello e nella sala degli stemmi troviamo il leader e i suoi scagnozzi imbavagliati; sporgendosi dal muro, decine di lanterne prendono il volo.. o è il castello che si innalza verso le stelle? Suonano i tamburi della Bandaõ, ricadiamo a terra avvolti dai suoni primordiali delle percussioni, torniamo a casa con una storia da raccontare: “Io quando volò il castello di Lari c’ero”.

 

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Pubblicato il: 5 agosto 2014

Argomenti: Cultura, MusiQ, Quaderni

Visto da: 2116 persone

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