Sono atterrati a Pisa gli italiani rimpatriati dalla Libia, a bordo di C130J della 46esima Brigata aerea. Insieme a loro anche cittadini stranieri che si trovavano nel paese.
«L’evacuazione di cittadini italiani da zone di crisi – si legge in una nota dell’aeronautica militare – è una delle attività che rientrano nei compiti dell’aeronautica militare che quindi si addestra quotidianamente per essere pronta in tempi brevi a svolgere questo tipo di operazioni quando richiesto dalle autorità italiane».
“Impossibile restare” ha raccontato uno degli italiani rimpatriati: “La Libia è un paese fantasma con appena 3-4 ore di erogazione di energia elettrica al giorno e con la guerra tra le milizie che impazza a Tripoli. Ho temuto per la mia vita. Per fortuna abbiamo avuto una magnifica assistenza da parte della Farnesina e ci hanno riportato in Italia”. Donato Giovannini, ingegnere di Sansepolcro (Arezzo), da tempo residente a Milano era in Libia da 57 giorni: “La situazione era davvero diventata insostenibile. Per fortuna l’assistenza dell’ambasciata italiana è stata perfetta”.
Giovannini ha parlato di un paese paralizzato, in cui le banche non funzionano e i terminal petroliferi vengono quotidianamente distrutti: “Mancano pane e viveri anche se la popolazione locale è splendida e coloro che non sono invischiati nelle milizie, ti offrono anche quel poco che hanno. Ma non era più possibile restare ho avuto paura per i bombardamenti. In Libia è in corso una guerra senza quartiere, casa per casa, tra i jhiadisti e gli islamici moderati”.
Diversa la situazione nella zona misurata stando ha quanto raccontato Alberto Capellini, ingegnere meccanico milanese che si trovava per lavoro: “Lì non c’è il caos di Tripoli e forse si poteva anche restare ma abbiamo preferito accogliere il suggerimento della Farnesina di rientrare. Da due mesi lavoro in Libia e non mi sono mai sentito in pericolo”.
Nell’ultimo mese sono stati cinque i voli militari che hanno evacuato su Pisa almeno 150 italiani dall’inferno libico e altrettanti stranieri europei ed extraeuropei.