Sono 78 gli alloggi di risulta che dall’inizio dell’anno ad oggi sono stati liberati, recuperati e riassegnati agli assegnatari di case popolari. Questo il dato principale che l’assessore alla casa Ylenia Zambito ha voluto ricordare all’indomani di una serie di polemiche che hanno coinvolto amministrazione e Apes, dopo che si sono registrate nuove occupazioni.
Gli alloggi di edilizia residenziale pubblica a Pisa sono 2.800. “Di questi accade sempre di più che se ne liberino diversi durante l’anno: gli assegnatari rinunciano all’alloggio, ma più spesso muoiono perché la media di età degli inquilini è di 65 anni. È un picco che non avevamo mai registrato”, spiega il direttore di Apes Giorgio Federici. “Che ha a che fare con un dato puramente anagrafico, ma che significa anche dover fronteggiare più spese: se si liberano più alloggi è chiaro che occorrono più risorse per sistemarli e riassegnarli”.
“Oltre ai 78 alloggi ce ne sono altri 53 non ancora assegnati: di questi 25 verranno recuperati con finanziamenti statali erogati tramite la Regione, con l’obbiettivo di consegnarli entro ottobre”, dice. “Dei restanti 23, 13 si trovano a Sant’Ermete e sono quelli destinati ad essere demoliti all’inizio dell’anno prossimo”. Ne restano quindi una decina ad oggi vuoti per i quali il recupero non sarà immediato dato che la spesa non è ancora coperta.
“Se calcoliamo che per ogni alloggio ci vogliono circa 10.000 euro in media per i lavori di ristrutturazione, è facile capire perché occorre tempo per riaffidare un alloggio, tempo che mediamente è di 290 giorni”, dice Lorenzo Bani, presidente di Apes.
“Gli appartamenti di risulta sono in genere molto vecchi e richiedono tanti interventi. Per evitare di aumentare troppo le spese e allungare i tempi abbiamo definito degli standard di recupero, lasciando la possibilità agli assegnatari di eseguire per conto proprio ulteriori lavori, stornandoli poi dal canone di affitto. È in pratica l’opzione dell’autorecupero”, spiega ancora Federici.
Nel progetto straordinario del Piano Casa di Lupi sono state richieste risorse per 18 milioni di euro per tutto il Lode pisano. Risorse che serviranno anche per l’adeguamento energetico degli edifici, con interventi quindi non solo sugli appartamenti ma anche sui fabbricati. È un progetto ambizioso – aggiunge – ma ci consentirebbe di intervenire sulle facciate e grondaie, ma sopratutto di arrivare preparati al picco massimo di alloggi di risulta, che ci aspettiamo possano arrivare a 250 annui nei prossimi tempi”.
“Da anni chiediamo alla Regione risorse certe annuali, che quantifichiamo in un milione di euro, con cui potremmo mettere a regime un sistema di recupero e riassegnazione con tempi di attesa azzerati”, dice Bani, che è anche coordinatore casa del Cispel.
Linea dura infine contro le occupazioni, considerate più gravi delle centinaia di case che i grandi proprietari – che a Pisa non mancano – lasciano volutamente sfitte. E se pure è vero che occupare una proprietà pubblica ha implicazioni diverse dall’occupazione di proprietà private, le istituzioni difficilmente usano lo stesso pugno di ferro verso chi possiede molti beni lasciati sfitti.
Se ad oggi sono solo 11 su 2.800 gli alloggi pubblici occupati, il dato per gli amministratori “è troppo alto”. Sia Zambito che i dirigenti di Apes condannano il ricorso alle occupazioni di case pubbliche, anche per chi si trova in oggettive difficoltà e non ha alternative: “È bene che passi il messaggio che occupare una casa popolare significa ledere il diritto di qualcuno che ha lo stesso diritto all’abitare. Qualcuno che magari è in graduatoria e aspetta solo che si liberino gli alloggi”, afferma Zambito. “Si tratta inoltre di una pratica che non può avere esiti positivi: non si può pensare di farla franca perché scattano immediatamente conseguenze penali, oltre al fatto che si viene esclusi da futuri bandi e dall’assistenza dei servizi sociali”.
Attenzione infine verso le famiglie che rischiano lo sfratto per morosità incolpevole e il 24 settembre scadrà la moratoria sugli sfratti firmata qualche mese fa in Prefettura. “Ci aspettiamo circa 90 casi simili da qui alla fine dell’anno”, spiega Zambito, “e stiamo aspettando che la Regione metta a disposizione le risorse previste nel Piano Casa per il rientro delle morosità. Riapriremo quindi un bando, in modo che i morosi potranno ripianare il debito e vedere la sospensione dello sfratto”.