Un testo raro della letteratura ispanica del Cinquecento, mai studiato in Italia, che segna un punto di svolta nella tradizione letteraria del dialogo amoroso introducendo accanto all’amore platonico quello aristotelico e carnale. A studiarlo una ricercatrice dell’Università di Pisa.
Si tratta del “Diálogo de amor” di Damasio de Frías, poeta e umanista di Valladolid, libro che si conserva manoscritto presso la Biblioteca Nazionale di Madrid e in un’edizione a stampa del 1593 subito messa all’indice dalla Chiesa.
Selena Simonatti, ricercatrice del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa e fra i fondatori del neonato Centro di Studi Rinascimentali Italo-iberici di Barcellona, è una delle pochissime studiose ad essersi confrontata con questa opera.
La sua ricerca, presentata al convegno internazionale «Decir el deseo» / «Dire il desiderio» svoltosi a Barcellona 2013, è ora pubblicata insieme agli altri interventi del simposio nella sezione monografica dell’ultimo numero della “Rivista di Filologia e Letterature Ispaniche”.
Il dialogo di Damasio de Frías studiato da Selena Simonatti racconta il corteggiamento amoroso fra il magister amoris Dameo e la bella e sprezzante Dorida. L’opera si inserisce in una tradizione consolidata, ma segna tuttavia una svolta cruciale nelle retorica amorosa, mitigando la visione dell’amore puramente platonico con quella aristotelica, dove quindi, pur non negando l’anima, si inserisce nel discorso erotico anche il corpo.
“Nella voce del personaggio maschile – spiega Selena Simonatti– si fondono l’istanza neo-platonica e la visione aristotelica; nelle battute della donna si scorgono invece i segnali della tradizione lirica amorosa petrarchista e dei codici dell’amore cortese. Dórida li invoca per difendersi dalle istanze più eterodosse del suo corteggiatore e maestro, che sostiene l’unione indissolubile tra corpo e anima, negando le proprietà esclusivamente spirituali dell’amore, come quando afferma che ‘voler godere soltanto dell’anima, senza far caso al corpo, è come mangiare la carne senza masticare’”.
«L’amore ai tempi della Controriforma», questo il titolo del contributo di Selena Simonatti, sottolinea infine come l’ipotesi conciliatrice di Frías conservi le sembianze di un compromesso che consente di salvare il desiderio in tempi poco propizi a una sua libera proclamazione: il testo offre essenzialmente la proposta di ‘disciplinare il desiderio’ mediante lo strumento che la Chiesa tridentina metteva a disposizione per sacralizzare la carne, ovvero il matrimonio. L’opera dell’autore di Vallladolid rielabora proprio in questa chiave la tradizione letteraria del dialogo d’amore, di cui rappresenta, sul versante spagnolo, uno dei più elaborati (e sconosciuti) esempi di psicologia amorosa alle soglie dell’età barocca.