Storia e multimedialità si alleano per un tour attraverso i luoghi e i fatti che raccontano l’antifascismo e la formazione della Resistenza a Pisa. È Via Libera, la web app dell’ANPI: 27 tappe per rendere attiva e partecipe la cittadinanza (e, perché no, anche il turista) nella fruizione della città mantenendo viva la memoria storica, riaffermando con forza i valori identitari su cui si fonda la nostra Repubblica.
27 tappe e 27 cartelli disseminati per il centro cittadino sistemati in luoghi in cui è avvenuto un fatto o in cui si identifica simbolicamente un evento storico. Ma anche una mappa e un sito web, www.vialibera.org, dove trovare la mappa, approfondimenti e itinerari.
Su ogni cartello troviamo informazioni sintetiche sull’episodio, e un QRcode grazie a cui è possibile accedere a informazioni più ampie, documenti, testimonianze dirette, studi e immagini che offrono spunti di lettura diversi.
I luoghi sono numerati secondo un ordine cronologico e a ognuno di essi è associato un colore che corrisponde a un momento storico differente: il verde per gli anni della dittatura, il rosso per quelli della Resistenza e il blu per gli anni della la Liberazione e il primo dopoguerra.
Diversi i percorsi tematici che Via Libera permette di seguire: il pensiero antifascista, i giovani e la dittatura, la politica e il razzismo, la vita civile durante la dittatura, i crimini di guerra, le azioni partigiane.
“Per non dimenticare cosa è costato il fascismo all’Italia e alla nostra città – spiega Giorgio Vecchiani, presidente dell’ANPI di Pisa – per il 70° anniversario della Liberazione di Pisa abbiamo realizzato assieme al Comune questa guida multimediale. Lo abbiamo fatto perché non vogliamo che si dimentichi il prezzo pagato dalla popolazione durante l’occupazione nazista e per denunciare colpe e responsabilità”.
Uno strumento dunque per continuare a parlare in maniere molto concreta di antifascismo, per ricordare che, anche per molti giovani nati sotto la dittatura, la lotta al fascismo è stata fatta da persone nei luoghi che ogni giorno abitiamo.
Via Libera, ha sottolineato l’assessore Marilù Chiofalo, “rappresenta un nuovo modo di fare didattica della storia e di far parlare i luoghi della città. Consente di realizzare, attraverso l’uso di nuove tecnologie familiari ai più giovani, lo scambio fra generazioni e la trasmissione della memoria”.
Ecco allora che puntando il proprio smartphone o tablet su cartello accanto a palazzo Gambacorti sarà possibile conoscere la storia delle prime amministrazioni, dei primi sindaci, eletti con elezioni libere.
O passando da piazza della Pera (piazza Chiara Gambacorti) scopriremo che fra quelle strade è avvenuto l’episodio noto come “L’assalto al pane”. “Nella primavera del 1942 – racconta Erica Artei, che insieme a Daniele Fadda ha ideato il progetto – era maturato un diffuso malcontento dovuto anche alla precaria situazione della distribuzione alimentare. Il 24 marzo dello stesso anno, di fronte ai magazzini comunali, delle donne assaltarono un carretto di un fornaio intento a rifornire i privilegiati gerarchi fascisti. L’azione fu la causa di un conflitto a fuoco tra i militari tedeschi, appena arrivati in zona, e un gruppetto di antifascisti andato in soccorso alle pisane”.
Ma sono molti gli episodi, i luoghi e i nomi che Via Libera consente di scoprire o riscoprire: la selleria Sellani, dove aveva in affitto una stanza Antonio Russi, antifascista e professore della Scuola Normale, in cui iniziarono a incontrarsi gli esponenti dei diversi gruppi antifascisti e dove si costituisce un Fronte Unitario Antifascista; il Caffè Torinese, la canonica di Santa Cecilia dove operava Don Telio Taddei che nell’estate del ’42 costituì il primo gruppo di Cristiani-Sociali legati direttamente a Gerardo Bruno.
In largo Parlascio il cartello numero 20. Lì la porta si apre sui monti pisani dove nell’aprile del ’44 si costituì un distaccamento della 23a Brigata Garibaldi già attiva nel Volterrano a cui diedero successivamente il nome di “Nevidio Casarosa”.
Via Libera è ambiziosa, l’obbiettivo è quello di espandersi, a partire dai luoghi che con Pisa confinano e che sono stati teatro di episodi di questa storia. Ma l’orizzonte potrebbe essere più ampio, per diventare un racconto multimediale diffuso della storia antifascismo e della Resistenza in Italia.