Livorno vuole uscire da RetiAmbiente, la società a capitale pubblico creata da un centinaio di comuni della costa toscana per la gestione dei rifiuti. “Cercasi disperatamente socio privato”, potrebbe essere l’annuncio ideale di questa realtà piena di ambizioni e ostacoli, non ultimo la minaccia di Nogarin di uscire dalla compagine sociale.
Perché? Passano i mesi e le politiche sui rifiuti nel nostro territorio continuano ad essere parcellizzate e portate avanti con logiche “a tempo determinato”. L’autorità di ambito che avrebbe dovuto affidare l’intero servizio di gestione dei rifiuti ad una società mista pubblico-privata non è riuscita a mettere d’accordo sindaci e territori, e in questo contesto, la vittoria del M5S a Livorno ha cambiato totalmente le carte in tavola.
L’Ato oggi si trova non solo con uno scenario politico diviso fra i comuni, ma anche con un ricorso al Tar da parte della Se.Ver.A Spa, che ha impugnato la riapertura dei termini per la manifestazione di interesse della gara per la scelta del socio privato industriale di RetiAmbiente.
E si fa sempre più determinante il ruolo di Livorno, che nelle ultime assemblee ha sparigliato le carte tirandosi indietro sul percorso della gara, a partire dal presupposto che “la terza linea del Picchianti non si farà, è un dato, non occorre tornarci sopra”, dice perentorio, e dalla scelta “di cambiare percorso”.
Da quale parte andare? “Non abbiamo intenzione di sottrarci alle nostre responsabilità – afferma il sindaco Filippo Nogarin – avevamo chiesto 6 mesi di sospensiva della gara perché questo non era il percorso che volevamo fare. Anche in virtù della direttiva europea che va a modificare gli indirizzi ci siamo chiesti se non fosse il caso di dare un nuovo corso al progetto che porterà alla gara. La cosa non è stata accettata dall’ATO – sottolinea – ma presa malamente, anche se l’abbiamo chiesta a più riprese, domandano anche la presentazione di un nuovo business plan”.
Da qui la doccia gelata: “Siamo costretti a valutare l’uscita da RetiAmbiente“, dice il sindaco di Livorno, “ci prendiamo tutto il tempo necessario. In ogni caso anche in consiglio comunale abbiamo la maggioranza, non sarà un problema confermare questa scelta”.
Uno scenario che potrebbe drasticamente mutare tutto il disegno per le province della Costa che è stato a più riprese ritoccato, in assenza di pianificazione condivisa e operazioni aziendali che non vedono mai la luce. In tutto ciò la Regione tace: dopo aver approvato il piano regionale dei rifiuti – che non vincola nessuno – nient’altro è stato fatto.
Ecco perché la prospettiva del commissariamento di ATO non spaventa affatto Nogarin: “Le scadenze sono già state ampiamente superate, se la Regione avesse voluto commissariare l’ATO lo avrebbe già fatto, è evidente che non c’è la volontà politica”.
Regione batti un colpo quindi, ma anche Livorno dovrebbe capire cosa fare dopo i colpi di scena, pensando a lungo termine: la società consortile senza scopo di lucro e con i comuni come soci che sogna Nogarin non sembra infatti il coniglio dal cappello.
gentile sig. Colosimo, non conosco la situazione, ma sono un 5 stelle. perché non ha approfondito l’alternativa di nogarin e invece parla di “sogno”. é già un giudizio negativo senza nemmeno spiegarlo
Gentile Massimo, non è un giudizio negativo rispetto alla proposta, ma la constatazione che il clima politico non è dei più favorevoli per l’ipotesi avanzata dal sindaco di Livorno. Per fare un consorzio di comuni occorre che loro stessi lo vogliano, mentre mi sembra che la direzione in cui i comuni stanno andando sia tutt’altra.
Cinzia Colosimo