Sabato 27 settembre al Giardino Scotto si terrà Viva la Cina, festival della cultura cinese organizzato dal Comune di Pisa e dall’Istituto Confucio della Scuola Sant’Anna. Il programma della manifestazione, che comincerà alle 15 e si concluderà alle 19.30, prevede attività didattiche – con sessioni di 15 minuti per imparare i rudimenti della lingua cinese – dimostrazioni di Kung Fu e Taichi, concerti di musica pop cinese, giovani artisti cinesi impegnati nella realizzazione di opere con materiale riciclato, un laboratorio di aquiloni per i più piccoli, laboratori di paper cutting e calligrafia e un seminario sulla coltivazione del baco da seta a cura dell’azienda Corte di Capannori.
Una giornata per favorire l’integrazione di una comunità tradizionalmente chiusa e riservata. Con l’organizzazione delle celebrazioni per il capodanno cinese dello scorso anno, Palazzo Gambacorti ha inaugurato un percorso. “L’intenzione è quella di continuare su questa strada – spiega l’assessore alle politiche sociali del Comune di Pisa Sandra Capuzzi – per valorizzare la comunità cinese, nei confronti della quale come cittadini siamo stati spesso un po’ troppo diffidenti. E per dialogare occorre trovare le formule giuste, instaurare una continuità nei rapporti che evitino l’emergere di conflitti”.
Sono all’incirca 500 i cittadini cinesi residenti in città, un migliaio quelli residenti sul territorio provinciale. Questo quello che dicono i dati ufficiali, facile immaginare che in realtà i cinesi a Pisa siano molti di più. Chin Tonlin, ristoratore arrivato in città nel 1979, è uno dei pionieri dell’immigrazione asiatica sotto la Torre. Dal 1998, anno della sua fondazione, presiede l’Associazione dei commercianti cinesi cittadina che ha sede in via Vespucci. Negli anni proprio la zona della stazione è diventata la Chinatown pisana.
L’evento di sabato coincide con la giornata mondiale degli istituti Confucio, istituzioni create dal ministero dell’Istruzione cinese per la diffusione della lingua e della cultura del paese orientale. A Pisa il Confucio nasce nel 2004 in seguito ad un accordo tra la Scuola Sant’Anna e l’Università di Chongqing. Lo scorso anno sono stati circa 1000 le persone che hanno partecipato ai corsi, non tutti italiani. “Sono sempre di più i bambini cinesi nati qui che parlano l’italiano come lingua principale e che non parlano, o più spesso non scrivono, il cinese” racconta la coordinatrice del Confucio Giada Alì.