Una trentina di attivisti del Municipio dei Beni Comuni hanno attraversato il centro storico per denunciare la vendita del patrimonio immobiliare pubblico. “Immobiliare s.p.a. Non tutela i tuoi bisogni, ma svende le proprietà!”, questo lo slogan con il quale hanno toccato vari palazzi in vendita in città. Dall’ex caserma Curtatone e Montanara (Distretto 42), a palazzo in via san Martino dove aveva sede la Banca d’Italia, a Palazzo Mastiani di proprietà dell’Università di Pisa.
“L’abbandono è una prassi imposta con metodo scientifico da chi detiene la proprietà a discapito della comunità – si legge nel comunicato del Municipio dei beni Comuni – Si abbandonano le fabbriche per tradurle un giorno in altro cemento; si abbandonano le case dove nessuno ha mai abitato così da consolidare cartelli onerosi sulla pelle di chi non possiede un’abitazione; si abbandonano i palazzi storici nella paradossale inosservanza di quella ricchezza diffusa nelle città italiane che viene dai beni storici e artistici; si abbandonano interi quartieri al loro destino, devastando tessuti urbani vulnerabili, microcosmi che sarebbero, al contrario, un naturale fronte contro la povertà e la sottrazione di beni che da questa deriva. Un laborìo piccolo piccolo, che diventa epocale”.
Nel mirino della contestazione anche l’Internet festival, colpevole di lanciare “un messaggio fasullo di una città funzionale e aperta, noi diamo un significato diverso a quell’IF che da giorni viene riproposto ai cittadini quasi fosse la sigla di un appuntamento vitale. Il nostro IF vuol dire invece “Immobil Free”, agenzia immobiliare alla rovescia, pronta a mettere sì in vetrina il degrado, lo sperpero, la chiusura ingiusta di spazi che potrebbero essere di tutte e di tutti, utili a un disegno solidale, al progetto di una città dalla parte dei bisogni dei propri cittadini, e che invee sono stretti nelle maglie del profitto di pochi”.
Pisa città dell’Internet Festival “è una città fittizia, di una presunta eccellenza che però non produce lavoro, né ricchezza, e che perpetua se stessa come in una fantasmagoria. Esiste una Pisa di ciò che è abbandonato e svenduto, di spazi sottratti alla cittadinanza”.