“Una volta di più si dimostra che, nel paese della mamma, i bambini non sono tutti uguali”. Con queste parole Moni Ovadia è intervenuto a favore delle bambine e dei bambini del campo rom della Bigattiera, al centro di un susseguirsi di appelli promossi dal Comitato per i Diritti delle Bambine e dei Bambini della Bigattiera, che chiede il ripristino del pulmino per la scuola, di acqua e luce nel campo, così come deciso da un ordine del giorno approvato in consiglio comunale oltre un anno fa.
L’occasione per l’appello di Moni Ovadia è stata la sua presenza a Pisa dove ha presentato all’Internet Festival lo spettacolo Marx reloaded, in collaborazione con I Sacchi di Sabbia.
“Ci sono bambini – dice Moni Ovadia – la cui colpa è quella di esistere per quello che sono, cioè rom. E magari hanno anche la colpa di essere in sopra numero. Quindi a loro sono negati servizi di trasporto per la scuola, acqua potabile ed elettricità. Questo accade alla Bigattiera campo ‘nomadi’ a Pisa, città che vanta tradizioni di civiltà e di sapere particolarmente sentite, e malgrado un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale che prevedeva l’erogazione dei servizi mancanti. Perché questa violazione dei più elementari diritti dei bambini? Perché questa potente violazione dei nostri principi costituzionali? Questa logica umilia prima di tutto la nostra dignità di italiani.”
All’appello di Moni Ovadia si aggiunge quello di Giulia Gallo fondatrice e attrice de I Sacchi di Sabbia. “Se penso ai Rom – scrive Giulia Gallo – mi vengono in mente i volti di Melissa, Ramadan, Daglas, Rosino, Daniela, che insieme ai loro compagni di seconda elementare hanno scritto una bellissima poesia: ‘Siamo foglie diverse strane e colorate unite nell’albero della classe dalla linfa della nostra amicizia’. Cosa faremmo senza questa diversità, questa stranezza, questi colori?”
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Attore e musicista, nasce in Bulgaria da una famiglia ebraico-sefardita e si trasferisce presto a Milano dove si laurea in Scienze Politiche. Inizia la sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 si avvicina al teatro, prima in collaborazione con artisti come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi come ideatore, regista, attore e capocomico del suo “teatro musicale”. Con lo spettacolo Oylem Goylem si impone all’attenzione del grande pubblico. La sua produzione vastissima comprende opere teatrali, partecipazione a programmi radiofonici, film per cinema e televisione, nonché una notevole produzione musicale e discografica. Moni Ovadia è anche noto per il suo costante impegno politico e civile a sostegno dei diritti e della pace. www.moniovadia.it
Si ringrazia il sig. Moni Ovadia per essere intervenuto pubblicamente in un argomente del quale quasi certamente sa pochissimo.
Mi è venuto in mente che i genitori spesso danno un passaggio a scuola anche ai figli di vicini e parenti. Possibile che con tutte le macchine che hanno nel campo non ci sia un adulto che la mattina passa di fronte alle scuole? Oppure potrebbe dargli un passaggio la sig.ra Giulia Gallo che a quanto pare questi bambini già li conosce.
Il problema non sono i bambini ma i genitori. Se i primi sono “foglie diverse strane”, i secondi sono spesso persone diversamente oneste. Penso che prima dovremmo allontanare i delinquenti e dopo accogliere a braccia aperte questi bambini e le loro famiglie. Difenderli tutti senza distinzione mi sembra una politica sbagliata.